Il lavoro non rispettato
par Bernardo Aiello
martedì 23 giugno 2009
E’ confermato dalle comparazioni statistiche: abbiamo in Europa il record di incidenza di tasse e di contributi sul costo del lavoro.
Insomma, praticamente da sempre l’attività produttiva è stata vista come una mucca da mungere, la busta paga si è ingrandita fino a diventare un intero foglio e spesso anche due, ed ogni scusa è diventata buona per assegnare un qualche punto percentuale della retribuzione a qualcuno.
Il record della sfacciataggine è stato attinto dal perverso meccanismo della Cassa Edile, grazie al quale per ogni mattone collocato, per ogni metro quadrato di intonaco, per ogni metro cubo di calcestruzzo, una sorta di tassa sul macinato viene riscossa sul costo della manodopera.
La scusa adottata è quella di corrispondere alle maestranze le retribuzioni differite, ossia tredicesima e quattordicesima; come se le aziende non fossero in grado di farlo autonomamente!
In realtà una larga parte della contribuzione Cassa Edile viene adoperata per finanziare una pletora di Enti e di soggetti (sindacati operai, sindacato degli operatori economici, Scuola Edile, la stessa Cassa Edile e chi più ne ha più ne metta), affollati da professionisti della rappresentanza sindacale, nonché strumenti per trovare un lavoro e per sbarcare il lunario per tanti loro clientes, regolarmente assunti senza rispetto alcuno di norme di pubblica evidenza (e limitiamoci a questo perché il cosiddetto velinismo non è un’invenzione dell’attuale premier).
Quanto, poi, ai grandi Enti nazionali di assistenza e di previdenza, INPS ed INAIL, i loro costi sarebbero sostanziosamente minori se essi passassero ad un regime privato e di libero mercato, come del resto avviene nei Paesi anglosassoni; gli stessi Paesi dove la retribuzione è pagata con cadenza settimanale senza problema alcuno per il semplice motivo che la busta paga è una semplice, elementare striscetta.
Cosa dire: forse non è nei nostri cromosomi latini e cattolici il giusto rispetto del lavoro. Forse siamo troppo lontani dalla cultura calvinista, che tanto impronta di sé gli Stati Uniti, l’Olanda e tutti i Paesi del Nord Europa; dove la concezione religiosa del duro ed inclemente riformatore ginevrino finì per favorire (sono parole di Benedetto Croce) un nuovo abito morale, temprò i caratteri, spronò all’operosità come all’adempimento della missione assegnata da Dio a ciascun uomo nella sua particolare professione, fece sorgere un segno della grazia divina nella prosperità del proprio lavoro.
Abbiamo tanto da imparare da costoro, ancora. Quando l’attività produttiva non sarà più vista come una mucca da mungere, allora saremo sicuri di essere cambiati, ed in meglio ; di essere diventati un poco come loro.