Il governo fa marcia indietro sui tagli ai disabili. Chi paga per il procurato stress?

par Emilia Urso Anfuso
martedì 16 ottobre 2012

Il governo fa dietro front sui tagli ai disabili e portatori di handicap, rispetto alcune misure che erano contenute nella cosiddetta “Legge di stabilità”. Nome poco appropriato, almeno alle orecchie dei cittadini, che vorrebbero trovare appunto, una qualche stabilità, e non ricordano che il titolo della Legge è solo il look rinnovato alla vecchia Legge finanziaria. Forse per chi governa, è meglio cambiare il titolo di una Legge e operare tagli aberranti nel nome della presa per i fondelli ai soliti cittadini comuni.
 
Per i cittadini comuni invece, sarebbe molto meglio che, al di là dei titoli delle normative in vigore, il loro contenuto non fosse sempre e comunque alienante dei diritti umani di ognuno.
 
Abbiamo creato questa petizione - per bloccare questi obbrobri legislativi - che centinaia e centinaia di persone stanno continuando a firmare e commentare. La gente è terrorizzata. E stufa di essere terrorizzata.
 
Il fatto che ora abbiano stralciato alcuni punti salienti dei tagli previsti ai disabili e portatori di handicap, non cancella comunque un’onta. L’onta di averci comunque pensato ad operarli, questi tagli. Perché non basta, non è giusto, non è degno proporre cose che a nessuno dovrebbero mai venire in mente nemmeno lontanamente.

Ricorderete come, circa un anno fa, l’allora Ministro dell’Economia Tremonti, pensò bene di agitare le notti ed i giorni di milioni di disabili, proponendo che la misera pensione o assegno di invalidità, fosse erogato a chi minimo avesse una percentuale di invalidità pari all’85% (oggi è al 74%)

Non se ne fece nulla, ma non fu giusto nemmeno allora tormentare milioni di persone che si sarebbero viste cancellare un supporto economico già ridicolo di per sé. Stressare le persone è un reato. Il procurato stress non può passare inosservato né impunito. Lo scrissi in questo mio articolo dove già allora denunciavo il procurato stressa agli invalidi civili.
 
Sappiate peraltro che il procurato stress si collega al reato di "mobbing". E se lo Stato, attraverso i governi, generano stress continui alla popolazione, in special modo alle fasce ritenute deboli, ebbene questi metodi e queste azioni, vanno denunciati.

Lo fanno. Lo fanno ogni volta che lo decidono. Creano proposte indegne di esseri umani civili. Ed il solo fatto che le propongano, genera da un lato la totale ormai disaffezione dei cittadini nei confronti di ogni istituzione, e dall’altro genera un perenne stato di stress misto a depressione, perché ormai abbiamo capito tutti che tutto ed il contrario di tutto è ormai possibile.

L’instabilità uccide l’uomo. Qualsiasi tipo di instabilità. Sia essa economica, emozionale, organica. Premere costantemente il tasto “on” sullo stress individuale cagiona risultati gravi sulla tranquillità e sulla salute delle persone. Non è possibile far finta di nulla. Non è più accettabile dire ogni volta “beh, l’hanno stralciata questa proposta. Meno male”… Perché se ogni volta un nuovo grave atto vessatorio nei confronti in special modo delle classi con maggior criticità di vita viene comunque proposto, dobbiamo aspettarcene altri ed altri ancora. Ed il livello di stress costante potrà cominciare a mietere vittime inermi.

Disabile o non disabile, ogni essere umano ha innanzitutto il sacrosanto diritto di essere messo nella condizione ottimale di vita e non di sopravvivenza ai limiti del sopportabile. Alienare diritti sociali conquistati a suon di battaglie durate spesso decenni, togliere in un sol colpo piccoli punti di riferimento e di sostegno, cancellare seppur lievi sostegni materiali a chi soffre, non determina altro che una maggior crisi sociale che non può – prima o poi – che sfociare in un enorme sussulto civile.

Oggi che la politica sembra esser stata messa a tappeto, oggi che il vero potere governa l’Italia, oggi che ci è stata svelata la “grande verità” del potere assoluto che se ne stava nascosto dietro a burattini il cui nome di volta in volta è stato Berlusconi, Prodi o l’ennesima pedina che doveva solo rappresentare una recita, oggi più che mai è necessario ed urgente riprendere in mano il filo delle situazioni. Seguire un nuovo percorso di vita sociale. Non rimanere più abbarbicati alle vecchie metodiche di protesta che, palesemente, nessuno più ascolta da anni.

Non dovrà esserci un’”altra volta” una “prossima volta”. Non dovrà più verificarsi un caso in cui qualcuno provoca stress a milioni di persone già afflitte di loro per poi ritirare idee viziate solo dalla parola “potere”.

Non si deve più dimenticare che il procurato stress/allarme è fonte di disastro. Non più. E’ il solo modo oggi, per sperare di emergere dalla follia sociale in cui stiamo vivendo.


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