Il governo Monti ha fatto i "compiti" della Bce

par Libero Mercato
sabato 24 marzo 2012

Erano i primi di agosto dello scorso anno quando la Banca Centrale Europea, a firma Mario Draghi e Jean-Claud Trichet, inviò al governo Berlusconi la famosa "lettera" con le indicazioni principali sul percorso di riforme che l'Italia avrebbe dovuto avviare nel più breve tempo possibile, pena la totale sfiducia delle istituzioni UE e dei mercati finanziari.

Il contenuto della missiva non lo conosceva nessuno e venne svelato solo due mesi più tardi, innescando una serie di polemiche sulla "sovranità nazionale limitata" e acutizzando i contrasti tra il premier e l'allora ministro dell'Economia Giulio Tremonti.

Il programma della Bce si presentava molto incisivo nei contenuti e nessuno all'epoca pensava che sarebbe potuto diventare realtà nell'arco di pochi mesi. La fragile coalizione di centro-destra aveva appena varato due importanti manovre e non sembrava assolutamente in grado di portare avanti le riforme richieste. 

Oggi con il governo Monti i "compiti" della Bce sono stati compiuti quasi integralmente, non solo nei contenuti ma persino nella forma dello strumento legislativo. Scriveva il duo Trichet-Draghi: "Vista la gravità della situazione, le misure siano prese con decreto legge". Detto, fatto. Quasi tutti i provvedimenti del "Salva Italia" sono approdati in Parlamento con la corsia rapida del decreto. 

Persino la riforma delle pensioni, un traguardo storico, considerando che non era stato raggiunto un accordo con i sindacati e furono fatte solo tre ore di sciopero. La lettera della Bce chiedeva di "rendere più rigorosi i criteri di idoneità per le pensioni di anzianità", oltre che innalzare l'età di pensionamento delle donne nel settore privato. Punto realizzato. Anche il decreto "Cresci-Italia" va incontro alle richieste di "liberalizzazione dei servizi pubblici locali e dei servizi professionali", mentre sono ancora inattuate le misure di "privatizzazione su larga scala" sulla fornitura dei servizi.

Inoltre sta arrivando il "ridisegno dei sistemi fiscali" sempre caldeggiato dalla Bce per accrescere il potenziale di crescita. Anche il doloroso capitolo del lavoro segue le direttive della lettera di agosto:"Dovrebbe essere adottata un'accurata revisione delle norme che regolano l'assunzione ed il licenziamento stabilendo un sistema di assicurazione della disoccupazione", che è proprio quanto portato avanti dal ministro del Welfare Elsa Fornero, con la proposta di revisione della flessibilità in entrata, modifiche all'articolo 18 con l'eliminazione del diritto al reintegro nei casi di licenziamenti "economici" e l'introduzione di una assicurazione sociale per l'impiego che dal 2017 sostituirà l'indennità di mobilità. Infine, l'anticipo al 2013 dell'obiettivo del pareggio di bilancio e il suo inserimento in Costituzione (siamo alla terza lettura).

Ciò che ancora manca all'appello è la stretta sul pubblico impiego, che la Bce ha richiesto sotto forma di "significativo taglio dei costi, se necessario, riducendo gli stipendi". Su questo punto sono arrivati stop agli aumenti contrattuali, mentre è ancora in stand by la decisione di fissare un tetto agli stipendi dei super-dirigenti del settore pubblico. Inoltre, non sono ancora state abolite le Province ma solo ridotte al rango di organi rappresentativi e non più elettivi.

Nel complesso però si può dire che la lettera della Bce è stata ampiamente messa in pratica e si è rivelata più efficace nei fatti di qualsiasi vaga promessa di campagna elettorale.


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