Il futuro delle foto è nella condivisione
par Vito Colangelo
sabato 17 agosto 2013
C'è un disegno di Held che rappresenta bene, come solo i disegnatori sanno fare, il senso e l'uso della condivisione delle foto sui social network. Sono foto scattate con lo smartphone, strumento ormai sempre più sostitutivo delle macchine fotografiche.
Il problema, o nodo del dibattito, resta sempre quello tra macchine fotografiche, fotocamere e smartphone ed appartiene alle "storiche" controversie legate all'innovazione tecnologica, o al protendersi verso il futuro. Oggetto di questi dibattiti sono stati molti strumenti o attrezzi dei quali, adesso, on penseremmo neanche lontanamente di liberarcene.
Qui la questione è modernissima e risale a pochi anni fa a partire dai primi telefonini con fotocamera (io nel 2004 avevo un Ericsson T610, ma ho letto che il primo è stato un Sanyo del 2002) per finire a smartphone come l'ultimo Nokia (Lumia 1020) con 41 megapixel. Certo non fanno tutto i megapixel, ma il problema non riguarda la tecnica, per quelle ci sono le classiche Reflex o le EVIL, quanto un uso più diffuso e più intensivo delle immagini che hanno fatto crollare il mercato delle compatte digitali in favore degli smartphone.
La necessità è quella di scattare e pubblicare la foto immediatamente su Facebook, per esempio, a volte utilizzando simpatici "effetti" o veloci filtraggi come quelli di Instagram (con 130 milioni di utenti attivi al mese nel mondo, 45 milioni di foto pubblicate al giorno, circa 8.500 like e 1.000 commenti al secondo); tant'è che Samsung da un po' cerca di creare un nuovo mercato di compatte con wi-fi intregrato.
Non credo, però, che questa sia la strada giusta per aumentare il mercato dell'immagine digitale o meglio, penso che questa strada non esista neanche e che, al momento, l'unica idea "futuristica" resti quella dei Google Glass.
Sarà l'idea dello sviluppo protesico a funzionare, più di qualsiasi forma di "additivazione". Ma se anche per gli smartphone si può parlare di protesi, allora lo smartphone di Nokia è quello che guarda più argutamente al futuro.