Il furbetto di Firenze

par paolodegregorio
venerdì 5 aprile 2013

Ritornato in campo dopo il suicidio politico di Bersani (che prima voleva smacchiare il giaguaro Berlusconi e poi voleva mettere nel sacco Grillo), ecco che il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, si appresta a dare visibilità alla sua raffinata strategia politica che può essere così sintetizzata: un colpo alla botte e uno al cerchio.

Prima però una premessa: le cariche pubbliche, tutte, per legge, non dovrebbero essere interrotte per passare ad altro, soprattutto quelle elettive, perché va rispettata la volontà degli elettori, anche nel Parlamento dove dovrebbe essere vietato passare da uno schieramento all’altro (leggi compravendita dei parlamentari), quindi il sindaco di Firenze dovrebbe restare al suo posto fino alla scadenza naturale e soprattutto essere giudicato per come ha governato la città.

Il giovanotto è ambizioso, furbo, spregiudicato (basta leggere i nomi dei suoi finanziatori), non si fa certo scrupolo di interrompere la sua funzione di sindaco, va ad Arcore a parlare direttamente con il Cavaliere, si maschera da Fonzie invitato a Canale 5 da Maria De Filippi, ma il vero mistero è capire come un personaggio del genere sia arrivato ai massimi livelli di un partito che ancora si autodefinisce di sinistra.

Anche lui vede un nemico in Grillo e pensa di indebolirlo facendo suo uno dei 20 punti del programma M5S, quello che vuole l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, mossa cerchiobottista perché toglierebbe a Grillo uno dei suoi punti di rivendicazione, , ma contemporaneamente indebolirebbe pesantemente l’apparato burocratico del PD, a lui ostile, che campa con i soldi pubblici con migliaia di funzionari, sedi, strumenti di propaganda.

Dichiara di voler fare il premier in un governo insieme al PDL, e francamente io spero tanto che ci riesca, perché finalmente il suo partito si spaccherà (è diviso e immobile da 20 anni), D’Alema appoggerà Renzi e non sarà rottamato, però si spera che molti elettori piddini prendano altre strade.

E Bersani? Requiescat in pace, amen.


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