Il folk di Piers Faccini al PompeiLab
par Spettacolando
mercoledì 6 maggio 2009
È appena uscito con un terzo album folk rock Piers Faccini, questo cantante di chiare origini italiane che, dopo aver vissuto tra la Francia e l’Inghilterra, finalmente ha trovato la pace nelle Cévennes, nel sud della Francia, in un posto tranquillo e soprattutto molto accogliente (“Sono attirato dai paesaggi desertici, vasti, vuoti, tra le pianure e le montagne”). Il posto ideale per portare avanti il suo discorso folk, che pesca a piene mani nell’immaginario americano ma si contamina però di suoni africani e mediterranei e si insinua nel filone forse più creativo di questi ultimi anni.
"Ho voluto vestire le canzoni con qualche colore in più, ho cercato di dipingere un panorama più vasto e più vario”, dice il cantante “
Two Grains of Sand è il suo ultimo album, uscito pochi mesi fa e già meritevole di ottime recensioni non solo in Italia, folk e tendente al lo-fi, ovviamente, influenzato da maestri come Bob Dylan, Neil Young, John Martyn, Leonard Cohen, Sam Cooke, Ali Farka Toure, gli è valso l’apertura dei concerti di Ben Harper.
Dopo essere stato in Italia nel 2007 ecco che torna nello stivale e lo farà domani 7 maggio al PompeiLab, area ex depuratore Via Astolelle, Pompei, laboratorio nato per il recupero dell’area dell’ex depuratore del fiume Sarno che, da anni, versa in uno stato di assoluto abbandono e degrado, e lo fa attraverso l’apertura di laboratori, sportelli, e l’organizzazione di eventi artistico – culturali, come quello in cui sarà protagonista Faccini.
Ad aprire il concerto, alle 21.30, saranno gli GNUT di cui cui proprio Faccini è stato produttore del loro secondo album.