Il finanziamento pubblico ai partiti va abolito?
par paolodegregorio
martedì 10 aprile 2012
- Ugo Sposetti, babbo della legge sul finanziamento pubblico ai partiti dichiara: togliere il finanziamento ai partiti è pura follia
- Matteo Renzi, PD chiede a Monti di abolire il finanziamento domani mattina
- Casini intuisce: se si toglie il finanziamento pubblico ai partiti vince chi ha più soldi, Berlusconi
- Di Pietro ha già presentato in Cassazione due quesiti per abrogare i rimborsi via referendum
- Bersani e Alfano (pensando alle elezioni) parlano genericamente di una nuova normativa sui rimborsi elettorali.
Hanno tutti torto!
Il problema si risolve solo in radice: se la politica ha dei costi vincerà sempre chi dispone di più denaro e sarà quasi impossibile l’ingresso di nuove formazioni politiche in Parlamento.
Il finanziamento pubblico ai partiti va sicuramente abolito solo se si fissano regole ferree per le campagne elettorali:
- Vietati spot in TV, pagine di giornali, radio, manifesti, santini, cene elettorali
- E' ineleggibile chiunque possieda direttamente o indirettamente mezzi di comunicazione di massa, anche locali
- I soli strumenti per farsi conoscere dall’elettorato del proprio collegio sono il porta a porta con la presentazione scritta del proprio programma e delle proprie idee e comizi in spazi allestiti gratuitamente dai Comuni.
Solo così non c’è chi parte a piedi e chi a cavallo. La politica torna a contatto con la gente, il potere del denaro diminuisce drasticamente nel determinare il risultato elettorale.
Naturalmente chi fosse pescato a eludere queste regole dovrebbe immediatamente essere escluso dalla competizione.