I dubbi sul papiro "Da Vinci": Gesù era sposato?

par Luca Pieroni
venerdì 11 aprile 2014

Ogni volta che saltano fuori, in modo poco chiaro, nuove testimonianze scritte da codici o papiri antichi si scatena nel mondo degli accademici il dibattito sull’autenticità dei reperti. Queste diatribe il più delle volte finiscono per essere assolutamente sterili e non interessano minimamente ai non addeetti ai lavori. Questo discorso vale se i testi di cui si parla sono quelli di un qualche lirico o storiografo greco, ma si ribalta completamente quando il protagonista dei racconti è Gesù di Nazareth.

Per questo molti professori stanno esprimendo la loro opinione sull’articolo di Karen L. King pubblicato della Harvard Theological Review e recentemente reso integralmente disponibile anche online. Nodo della questione è un frammento papiraceo con delle scritte in copto, su di cui si hanno pochissime informazioni. La cosa che lo rende eccezionalmente interessante la si può dedurre già dal nome che gli è stato attribuito: GJW, Gospel of the Wife of Jesus, Vangelo della moglie di Gesù.

In questo pezzettino di papiro sono riportati parzialmente sei versi (più altri illeggibili perché particolarmente mutilati) tra i quali ce ne sono due di particolare interesse che riportano: “E Gesù disse loro (presumibilmente i discepoli) mia moglie / anche lei può essere mia seguace”. È facilmente comprensibile il motivo per il quale il dibattito sia immediatamente esploso.

Parlando del contenuto di un frammento di questo genere, ammettendo momentaneamente la sua autenticità, bisogna innanzi tutto chiarire che all’epoca della stesura il concetto più sorprendente che il testo portava con sè era la parità tra uomo e donna in relazione al culto più che il fatto che Gesù avesse una compagna. Molte delle società antiche escludevano o subordinavano le donne dal culto e una certa misoginia era ben presente nella società giudaica.

Per noi invece, che diamo per scontato che in chiesa possano entrare ugualmente uomini e donne, l’elemento più sconvolgente è quel termine moglie: è possibile che Gesù avesse una compagna, certamente informazione non secondaria, di cui nessuno dei libri canonici neotestamentari ci parla?

D'altra parte questa testimonianza dimostrerebbe che anche in età antica ci si ponesse il problema del valore religioso del celibato e della verginità. Il fatto di essere moglie o madre, è il concetto rivoluzionario espresso in questo passo da Gesù, non è affatto una cosa che allontana dal culto o che impedisce di osservare e praticare i precetti da Lui insegnati. Per gli stessi motivi l'ipotesi di un Cristo sposato, per quanto molto anti tradizionale, non dovrebbe risultare così tanto sconvolgente.

Dal punto di vista contenutistico il passo trascritto nel manoscritto GJW ricorda molto da vicino l’unica fonte antica che ci parli esplcitamente della moglie di Cristo, il vangelo apocrifo di Tommaso. Il parallelo è talmente evidente che la King, considerando anche alcune forme grammaticali inconsuete ed alcuni errori di scrittura, non ha escluso che il frammento possa anche trattarsi di una traduzione libera di quest’opera fatta da uno scriba non paricolarmente colto. A causa delle poche righe preservate nel frammento ovviamente di ciò non si può parlare con certezza.

Ma siamo sicuri che si tratti di un reperto proveniente dall’antichità? Anche riguardo a questo si naviga nel mare del dubbio. L’inchiostro utilizzato è compatibile con quelli che utilizzavano gli scribi egizi; il primo test al carbonio 14, invalidato dall’aver prelevato un campione troppo piccolo, aveva datato il papiro al IV secolo avanti Cristo. Il secondo, oggetto di dibatito in questi giorni, fa oscillare la sua produzione in età tardoantica, attorno al V secolo dopo Cristo (periodo in cui molte opere, anche bibliche, venivano trascritte dal greco). Nonostante questo sono molti gli accademici che sostengono che un prodotto del genere potrebbe essere replicato anche da un qualunque studente universitario: il testo potrebbe essere stato redatto in tempi recenti su di un supporto antico.

Tutto questo scetticismo nace per lo più dalla misteriosa e sconosciuta provenienza del frammento. Non si hanno notizie del reperto prima del 1999, quando l’attuale proprietario lo avrebbe comprato da un venditore tedesco. Il condizionale è d’obbligo in quanto il contratto di acquisto non è né datato né firmato. Il collezionista ha poi reso disponibile il papiro per tutte le ricerche e le analisi del caso ma non ha saputo fornire alcuna informazione accessoria. Insomma questo pezzettino di testo di 6 pollici sembra essere proprio saltato fuori dal nulla.

Tutto sommato non si tratta di un rinvenimento la cui affidabilità sia a prova di bomba, però in molti non hanno frenato i facili entusiasmi. Tra i primi a sottolineare la notizia lo scrittore americano Dan Brown che nel suo Il Codice da Vinci aveva fatto fare il giro del mondo proprio alla teoria di un Cristo sposato con Maria Maddalena da cui avrebbe persino avuto una discendenza. 

 
 
 
 
Foto: Harvard Univeristy

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