Il destino di Alitalia. La faccia feroce degli straccioni d’Europa

par Phastidio
giovedì 19 settembre 2013

Il prossimo 26 settembre, nel corso di un vertice bilaterale Italia-Francia, il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, è atteso dare un virile ultimatum ad Air France sul destino di Alitalia. Con la tragicomica sicumera che da sempre fa del nostro paese il Cialtrone d’Europa, il titolo di campioni che ci permette, tra le altre cose, di essere posti sotto ferrea tutela esterna sulle decisioni di politica economica. 

Ecco una sintesi del penultimatum caricato a pallettoni di carta che Lupi presenterà ai francesi:

«Il 26 incontrerò il ministro francese e dirò con chiarezza che Alitalia è un asset strategico per il nostro Paese ed è fondamentale la ricerca di un partner internazionale. Cinque anni fa Alitalia ha individuato il proprio partner in Air France. O Air France ritiene strategica tale alleanza investendo in Alitalia come è accaduto in KLM, oppure riteniamo si debba cercare un nuovo partner. Il governo non sarà supino. Il mercato è cambiato, il posizionamento dell’Italia è strategico e può diventare un hub fondamentale soprattutto guardando ai mercati in sviluppo dell’Est e del Sud-Est asiatico. Il nuovo piano industriale di Alitalia ci è stato sottoposto. E’ un buon piano industriale e il governo può dare il suo supporto per la ricerca di un partner. La priorità va ad Air France ma Alitalia è libera di trovare altri partner strategici»

Siamo certi che l’omologo francese di Lupi, di fronte ad una simile assertività, delibererà immediatamente che Air France innaffi di denaro la assai strategica Alitalia, il cui piano industriale verrà a breve esposto al Louvre. L’unico problema è che Air France è il maggior azionista singolo di Alitalia, col 25%, e sta osservando da tempo il deterioramento della situazione del vettore italiano. Certo a Lupi non sfuggirà che, per investire in Alitalia “come è accaduto con KLM”, sarebbe servito che Air France si fosse comprata il vettore italiano.

Ma, come forse qualcuno tra voi ricorderà, all’epoca il buon Berlusconi scatenò l’inferno nel tentativo di evitare che i turisti venissero rapiti e portati in Francia. Ricordate, almeno voi? Perché pare che Lupi si sia dimenticato di questo dettaglio.

Ma non sembra essersi dimenticato di una delle armi dialettiche usate all’epoca da Berlusconi, che rivendicava pari dignità tra una compagnia che all’epoca macinava utili ed una che era sull’orlo del fallimento. Ecco, quindi, che si torna alle origini: Alitalia è un gioiello strategico, l’Italia “può diventare un hub fondamentale guardando ai mercati in sviluppo dell’Est e del Sud-Est asiatico”, e così spero di voi. Mercati che peraltro erano in forte espansione anche quando il prode Silvio sconfisse il pirata corso Spinetta.

Qualcuno a Parigi farà presente a Lupi questi dettagli? Diversamente, il nostro ministro può andare sino in fondo e dire ai mangiarane: “Guardate, non sapete cosa vi perdete, cari dilettanti di un paese in declino per manifesta ottusità della sua classe dirigente. Noi adesso procediamo ad un maxi-aumento di capitale di Alitalia, per il quale c’è la fila di aspiranti nuovi azionisti fuori dalla porta, visto quanto siamo strategici, e vi arrangiate: o partecipate o verrete diluiti pesantemente. Scegliete, quindi, perché a noi italiani non la si fa!”

Non vi sentite fremere di ardore patriottico, sapendo di avere la mano giusta di carte?


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