Il destino dell’Italia, tra Minetti, Grilli e rospi
par roccob
mercoledì 18 luglio 2012
Da comune cittadino e contribuente e pur senza alcunché di personale, a questo punto, non posso che fare pollice verso all’indirizzo della “bonazza” Nicole Minetti. Signorina, lasci stare il suo “impegno” in seno alla politica e alla pubblica amministrazione, avendo, ovviamente, il pudore di ritirarsi in silenzio e senza pretese di sorta. E’ già tanto, cara Nicole, che nessuno le chieda di restituire i lauti emolumenti immeritatamente riscossi durante la già trascorsa parentesi del suo mandato nel Consiglio regionale della Lombardia.
Dall’inferno per Nicole, girone facilmente individuabile, è il caso di passare al paradiso, con annessa speranza, se non proprio gloria certa di riuscita, riguardo al neo Ministro dell’Economia Grilli. Come passo di partenza nell’ambito dell’importante e arduo incarico, dà l’idea di aver mosso il piede giusto. Sennonché, tra il dire e il proporre e il fare e realizzare, esiste un profondo mare, anzi, in questo caso, un oceano di dubbi, difficoltà e incertezze.
In cinque anni, mediante la vendita dei pezzi pregiati del patrimonio statale con un ritmo di 15 - 20 miliardi per esercizio, pensa, Grilli, di abbassare la montagna del debito pubblico dal 123% al 103% del Pil (prodotto interno lordo), ossia di 300 miliardi circa. Magari avvenisse anche se, di primo acchito, i calcoli aritmetici, se due più due fa quattro, darebbero un risultato lontano dall’obiettivo indicato nell’intervista al “Corriere della Sera”. Tuttavia proceda, Ministro Grilli, i suoi concittadini guarderanno con interesse e attenzione il seguito dell’ambizioso programma appena annunciato. Tenga conto, però, che in giro s’incontrano più buche e buchi che terreno piano e conti in ordine.
Si è arrivati al punto estremo in cui il miele non ingolosisce soltanto gli orsi, è ambito e oggetto di caccia finanche dei rospi, che, ovviamente, sono assai più numerosi dei richiamati, simpatici plantigradi. Buon lavoro!