Il delirio de IlPadano.com: “Bruciare il Corano è un atto dovuto. Anzi, sequestriamolo”

par L’89
sabato 11 settembre 2010

Il giornale online d’estrazione leghista giustifica il rogo del corano minacciato pastore americano. Anzi, propone un’alternativa al fuoco: la censura.

Vediamo. Abbiamo un pazzo fondamentalista, tale Terry Jones, che al di là dell’atlantico minaccia ogni 35 minuti scarsi di bruciare un Corano nell’anniversario dell’11 settembre. Che cade proprio oggi. Abbiamo governo e servizi americani che stanno cercando, in qualche modo, di metterci sopra una pezza. Disperati, in affanno, e sebbene i primi morti siano già arrivati. Ecco, i giorni della follia. Gesti gratuiti, incomprensibili, da condannare e basta, vuoi per il significato simbolico - bruciare un libro sacro – vuoi per la più pragmatica questione delle ritorsioni fondamentalistiche. – e lo sappiamo.
 
Ebbene. Abbiamo pure IlPadano.com, il sedicente giornale online dei popoli padani (col quale abbiamo già avuto a che fare qui equi), che con la delicatezza propria della tradizione leghista approccia l’argomento con parole di rugiada. Per nulla rassicuranti. Prova di responsabilità: bruciare il testo sacro dei musulmani, nell’articolo di tale Paola Gelli, diventa

 

Quasi un atto dovuto per un cattolico (anche se Jones è una sorta di protestante) visto che il libro scritto daMaometto è una collezione di bestemmie contro la divinità di Cristo, spacciato per semplice profeta e persino impostore (ha mandato a morire in croce uno che gli somigliava!) e per la Madonna (non è affatto la Madre di Dio!). Assurdità a cui si aggiunge l’odio puro, con le prescrizione di uccidere i cristiani “appena possibile”.

Un atto dovuto, quindi. Giustificato dal trattamento riservato nel libro – a dire dell’autrice – al Gesù e alla Maria della tradizione cristiana. Il primo in realtà onorato e riverito come uno dei maggiori profeti, l’altra effettivamente non madre di Dio – e questo è pacifico – ma comunque rispettata. Tanto da essere motivo di odio per gli ebrei, che nel testo sono maledetti appunto per aver osato calunniarla.

 

Un bell’affare. Cauti, ad andare più in là con lo sguardo: il pezzo non è ancora finito. Già poco più in là è possibile leggere di una delirante alternativa al rogo del Corano, che più semplicemente potrebbe esser “sequestrato“. Ci sono, si legge:

 

Nefandezze che dovrebbero condannare questo libro, se non al rogo come usava in tempi più cattolici nellaChiesa (anch’essa più) cattolica, almeno al sequestro per i reati di istigazione all’odio religioso e al delitto che esso diffonde. Invece a difendere il Corano giungono zelanti coloro che dovrebbero difendere Cristo e la Cristianità.

A seguire intemerata contro la Cei - definita “maomettana?” – e una serie di frasi estrapolate proprio dal Corano, a conferma dell’incredibile proposta di censura contenuta nell’articolo. La premessa, prima del lungo elenco, è ricavare le motivazioni del sequestro in base al contenuto di “alcune delle tante amenità” racchiuse nel libro sacro dell’Islam. Che sì, contiene passaggi violenti, e tutti comunque da analizzare nei propri contesti e nel proprio significato paratestuale – non certo in un elenco redatto da Paola Gelli. Ma che non si discosta troppo dalla “linea” della tanto cara Bibbia. Dalla quale, in allegria, alleghiamo a questa pagina giusto un paio di frasi a modino. A uso e consumo de IlPadano.
U

 

 

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