Il declassamento dell’Italia e l’attendibilità delle società di rating

par MJAC
lunedì 10 ottobre 2011

Sono attendibili le solcietà di rating?

Nei giorni scorsi, nel mezzo della grave crisi mondiale che stiamo attraversando, l'Italia è stata declassata dalle tre più importanti Agenzie di rating esistenti al mondo: la Standard & Poor's, la Moody's Corporation e la Fitch Ratings, tutte società private statunitensi. Il motivo è da attribuirsi all'alto livello del debito pubblico italiano, al basso tasso di crescita e alla mancanza di fiducia di cui soffre il nostro Governo.

Poiché dai giudizi espressi da queste Agenzie (che sono dei veri spaurachi per i risparmiatori, le banche centrali e i governi) dipende l'andamento dei mercati mondiali, il declassamento dell'Italia si traduce nell'aggravamento del debito pubblico, nei maggiori costi, nei più altii interessi. Ma che cosa sono, come operano e sopratutto sono attendibili queste Agenzie?

Anzitutto ricordiamo che esse sono nate agli inizi del novecento e che la loro attività consiste nell'analizzare la solidità finanziaria di soggetti quali Stati, governi, enti, imprese, banche e assicurazioni. Per la storia, la progenitura del concetto di rating è da attribuirsi alla Standard & Poor's che di fatto opera dal 1941 e che, insieme alla Moody's e alla Fitch (attualmente con capitale francese), rappresenta la punta di diamante fra le undici Agenzie di rating esistenti al mondo.

Il rating valuta l'entità del rischio del credito tramite diversi parametri e viene espresso dalle Agenzie con una scala alfabetica che va da un valore massimo ad uno minimo (ad esempio la Standard & Poor's, per il debito a lungo termine, indica con AAA il valore massimo e con D il valore minimo).

Come è noto il 20 settembre scorso proprio la Standard & Poor's ha declassato da A+ ad A il rating dell'Italia, di breve e lungo termine, con outlook negativo (che vuole dire che senza un cambiamento di tendenze è probabile un ulteriore declassamento). Dopo solo due giorni la scure della stessa Agenzia ha tagliato il rating di quindici istituti di credito italiani, tra cui Mediobanca a Banca Intesa San Paolo.

Come se ciò non bastasse, ai primi di ottobre anche le Agenzie Moody's e Fitch hanno tagliato il rating dell'Italia (da A2 ad A1 la prima e da AA ad A+ la seconda), facendo aumentare lo sgomento e la preoccupazione dei cittadini e delle istituzioni. Allarmato anche il Governo, che, già in seria difficoltà per la crisi e alle prese con l'attuazione delle riforme, attendeva con trepidazione questi giudizi.

Ma, per la verità, bisogna pur dire che l'attendibilità delle Agenzie di rating è oggi messa in seria discussione in tutto il mondo. Ricordiamo che nella scorsa estate ha fatto molto scalpore la decisione di Standard & Poor's di tagliare, per la prima volta nella storia, la tripla A degli Stati Uniti d'America, provocando una forte protesta della Casa Bianca e di tutti gli americani. L'Amministrazione Obama ha energicamente reagito accusando la Standard & Poor's di gravi irregolarità nella valutazione delle spese, dovute a gravi errori che si aggirano sui  duemila miliardi di dollari.

La credibilità delle Agenzie è inoltre fortemente compromessa dalle accuse sulle lusinghiere valutazioni elargite in passato ad alcune grosse multinazionali, come la Parmalat e la Enron, che in realtà erano sull'orlo del fallimento. Per non parlare del'ondata di ostilità sollevata da esperti del settore che le accusano, più o meno apertamente, di manipolare il rating allo scopo di favorire la speculazione internazionale.

Concludendo, è appena il caso di osservare che, pur nel rispetto della grande professionalità delle Agenzie internazionali di rating. esse non sono affatto infallibili nei loro giudizi ed è quindi giustificato ogni ragionevole dubbio. Anche sui giudizi espressi sul nostro Paese.


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