Il confronto Grillo Renzi

par Aldo Giannuli
giovedì 20 febbraio 2014

Ho seguito il confronto fra Renzi e Grillo. Nel merito sono d’accordissimo con il giudizio espresso da Grillo su Renzi, come persona che rappresenta i poteri forti a cominciare da quelli finanziari. Nessun dubbio in proposito e ricordarlo non è male. Così come è bene tener presenta anche la scarsa credibilità del personaggio che smentisce quello che ha detto 1 ora prima. Quello che mi ha lasciato perplesso è stato il modo con cui Grillo si è giocato l’incontro.

Capiamoci: ognuno ha le sue strategie comunicative e si muove in funzione degli obiettivi che intende raggiungere. Per cui, non mi sogno nemmeno di dire cosa avrebbe dovuto fare o dire Grillo, perché il M5s ed il suo principale esponente sono gli unici titolati a decidere in merito. Dico solo che, da “spettatore della partita”, non mi è parsa la performance più efficace, ma è solo una mia impressione.

Ferma restante l’indisponibilità del M5s a votare la fiducia o anche solo ad astenersi di fronte ad un esecutivo come questo, mi sarei aspettata una prosecuzione nell’atteggiamento già manifestato sia dai capigruppo che da Casaleggio: “Giudicheremo le proposte caso per caso”. E magari si poteva rilanciare: “Se ci porti in parlamento una legge convincente sul conflitto di interesse, o contro il duopolio televisivo fatta come si deve, o una revisione della recente normativa su Bankitalia, per esempio sulla commerciabilità delle quote, che attenui lo scempio che avete combinato, non abbiamo difficoltà a votartele.

Ma tu hai intenzione davvero di farlo? Ti aspettiamo in Parlamento e lì vediamo”. Insomma si poteva rilanciare, sempre ribadendo i motivi di opposizione. Ho l’impressione che la linea scelta sia funzionale a galvanizzare la base, ma conquisti pochi consensi fuori.

Peraltro devo dire che anche Renzi l’ha giocata piuttosto male, perdendo inutilmente il tempo che Grillo gli ha lasciato all’inizio. Mi sarei aspettato che fosse partito dalla presa d’atto della mancanza di fiducia del M5s (non ci sarebbe stata male neppure una autocritica sulle sguaiate accuse di squadrismo rivolte allo stesso movimento) e dopo una o due proposte concrete su cui chiedere la sua possibile convergenza. Se Grillo avesse risposto (come ha fatto): “Non sei credibile qualsiasi cosa dica per i ben noti precedenti” avrebbe potuto rispondere: “Proprio perché siamo in diretta, mi impegno formalmente a presentare il Disegno di Legge una settimana (o un mese) dopo il voto di fiducia”.

Invece non è stato nemmeno un dialogo fra sordi, ma uno scambio di invettive fra sordi. A quel punto uno si chiede: ma per dirsi cose del genere valeva la pena di incontrarsi?

Quello che mi lascia molto perplesso è, più in generale, questa totale incomunicabilità fra forze politiche che non riguarda solo M5s e Pd, ma tutto e tutti. La politica è per sua natura mediazione. Mi rendo conto che oggi i margini di mediazione con queste forze politiche siano quasi inesistenti, ma almeno si cerchi di far emergere l’indisponibilità degli altri. In questo modo, siamo ad un muro contro muro che non ha altro sbocco che la misurazione dei rapporti di forza e non è neppure detto che stiamo parlando di rapporti di forza puramente elettorali.

Ma se siamo a questo punto, ripeto, a che serve incontrarsi?


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