Il cavalluccio marino, la danza dell’amore
par Rita De Angelis
sabato 28 giugno 2014
Molto aggraziato e dalle molteplici risorse, è unico nel rituale dell’accoppiamento. Si tratta di un pesce dalle piccole dimensioni che predilige vivere nei bassi fondali ricchi di alghe e speciali piante, quali l’Alimeda, che gli offrono un sicuro rifugio per gli altri pesci predatori e inoltre un appiglio sul quale dondolarsi. Il corpo del cavalluccio essendo piccolo, è caratterizzato da una lunga coda che funge da appiglio, le sue mascelle sono fuse insieme con un tubo di denti, mentre i suoi occhi sono in grado di muoversi in forma indipendente a vantaggio della cattura delle prede che in questo modo sono risucchiate dalla bocca.
L’ippocampo si mimetizza con l’ambiente, per questo non è facilmente riconoscibile a prima vista. E’ un pesce molto diffuso anche negli acquari e per questo popola tutti i mari caldi del nostro pianeta. Nel mediterraneo ci sono due specie di cavallucci marini: Hippocampus ramolous e quello dal muso corto, denominato Hippocampus hippocampus. Esistono varie specie di ippocampo che si distinguono in base al numero degli anelli che hanno sul tronco e di come è la conformazione della parte superiore della testa. Alcune specie presentano sulla testa delle appendici spinose e per questo la specie viene denominata (Hippocampus ramolosus).
Per quanto riguarda la differenza tra maschio e femmina, il maschio risulta essere molto più lungo della femmina che è molto più compatta e meno allungata. La loro vita non è lunga, ma si è visto che nella riproduzione in cattività si può arrivare a sino 5 anni, mentre allo stato naturale, non si conosce ancora la durata della loro vita. La vita sociale di questa specie è quella di un pesce abbastanza solitario, anche se non aggressivo nei confronti dei suoi simili. Vive per lo più da solo o in coppia ed è un animale diurno. Una sua particolarità quella di cambiare colore in base all’ambiente ed alle situazioni in cui si trova. Una sorta di mimetismo di protezione, ma anche sociale poiché il cambiamento del colore della livrea avviene, non solo in situazioni di pericolo, ma anche per una malattia o in fase di corteggiamento ed accoppiamento.
Naturalmente una volta che i piccoli sono nati, dovranno cavarsela da soli e non riceveranno, a differenza dell’uomo, nessuna cura da parte di mamma e papà. L’ippocampo si nutre generalmente di piccoli crostacei, larve e pesci, di cui è voracissimo, ed attende con pazienza per ore la sua preda, pur di nutrirsi. Il principale predatori di questi piccoli pesci, risulta essere in assoluto l’uomo, per il commercio di questi piccoli animali vivi da mettere in bella vista negli acquari visto che la loro testa ha una spiccata somiglianza con una piccola testa di cavallo.