Il business dei terremoti

par Emilia Urso Anfuso
martedì 17 luglio 2012

Può un terremoto, di grave entità, con tanto di morti e migliaia di sfollati disperati, ed imprese miseramente crollate e chissà per quanto tempo, divenire un business? A quanto pare, per alcuni, si.

Abbiamo un ricordo ancora vivo di quel dannato terremoto in Abruzzo in seguito al quale - pochi minuti dopo la scossa assassina delle 03:32- qualcuno si sfregava le mani di giubilo: due lestofanti che già sentivano odore di soldi a palate che si potevano generare dalla distruzione e sull'odere delle oltre 300 vittime totalmente innocenti.

L’essere umano, spesso è più satanico della stessa idea che di Satana abbiamo un po’ tutti. Riesce a generare un cinismo pari forse solo a certi aguzzini di certe guerre giunte fino al genocidio di massa con metodi da macellaio oppressore di masse.

Ho parlato fino a poco tempo fa in molti articoli del post sisma in Abruzzo. Perché quel terremoto – che all’epoca divenne palcoscenico osceno di personaggi ansiosi di protagonismo su corpi dilaniati e tonnellate di macerie – ha ancor oggi effetti devastanti sulla vita, sulla quotidianità, sull’economia della Regione colpita ma anche di tutta la comunità Italiana.

A distanza di tre anni sono ancora migliaia gli sfollati e della ricostruzioni nemmeno l’ombra. Tasse ed imposte sono state reintrodotte in tempi troppo stretti per poter parlare di umanità istituzionale, le imprese cancellate per sempre in un colpo solo, le dignità dilaniate ed ai morti non è stato concesso il diritto ad avere giustizia.

La ciliegina finale che accomuna tutte le grandi disgrazie nazionali: il buio ed il silenzio calato dopo le luce della ribalta. Una ribalta aguzzina e trionfante sulle macerie umane e una popolazione che ormai sempre più spesso viene sconfitta, sfregiata, assoggettata fino a compiere infami genocidi che hanno lo scopo – delinquente – di sopprimere ogni criterio di civile sostegno alla cittadinanza.

Del terremoto abruzzese ci sarebbe ogni giorno un nuovo capitolo da scrivere per esporre i fatti e descrivere le situazioni che sono sempre sull’orlo della scandalosa manifestazione di oppressione contro popolazioni più disgraziate di altre.

Ma non c’è né voglia né tempo ed ecco che ci capita un altro terremoto, fatto di tanti terremoti che si sono susseguiti l’un l’altro e hanno fatto tremare ancora la terra ed il cuore.

Ho già descritto in questo articolo le inquietanti similitudini di due terremoti che condividono al loro interno troppi misfatti e pochi fatti.

Non c’è proprio nulla da fare perché chi gestisce il “gioco” non trova mai di meglio da fare - in presenza di eventi naturali che gettano popolazioni già disperate dalla crisi - che gestire le cose sempre ed unicamente in una maniera. Anche da un terremoto bisogna trarre profitto, ben venga se questo profitto fosse poi destinato alle popolazioni colpite dal sisma. Ma questo purtroppo non avviene e, nemmeno stavolta, le Istituzioni mostrano alcun pentimento e volontà di reale sostegno, pur essendo ancora vivo il ricordo degli scandali odoranti di sangue, lacrime e sabbia.

Abruzzo ed Emilia, pur nella loro individualità territoriale, si ritrovano fratelli, forse purtroppo gemelli. Entrambe eredi di speculazioni decennali, di stato sociale troncato di netto, di istituzioni furfanti e meschine interessate solo a sfruttare il solito palcoscenico per poi massacrare chi è già massacrato di suo.

Questa volta forse speravate di udire e leggere comportamenti diversi da quelli adottati dopo il sisma in Abruzzo ma state “tranquilli”: non solo sembra non esser cambiato nulla ma le similitudini fra i due eventi disastrosi, già palesi dopo pochi giorni dall’ultimo evento emiliano, stanno addirittura aumentando.

È ancora una volta il momento di chiedersi che fine fanno i soldi versati dalla popolazione italiana ai terremotati attraverso, ad esempio, gli sms “solidali”. Per l'Abruzzo, 5 milioni sono stati raccolti nel giorno successivo alla scossa assassina. Ad oggi e alla chiusura del numero solidale per i terremotati in Emilia sono stati raccolti ben 15mln di euro.

E stiamo parliamo solo degli sms. Non bisogna dimenticarsi dei versamenti fatti attraverso i conti corrente che rappresentano l'ennesimo scandalo: le banche hanno infatti imposto commissioni fino a 5 euro ad operazione ai donatori. L’ABI si è scusata dichiarando che “ai correntisti sarebbe stata restituita la somma indebitamente trattenuta”. Peccato però che il cittadino può versare il proprio obolo anche senza avere un conto corrente e sorge così la domanda: "A chi li restituiscono i soldi quelli delle banche?".

Ma ecco che subito un’altra triste similitudine prende già forma. Gli sms solidali. Con chi? Con le banche, che già per il sisma in Abruzzo e “grazie” ad un decreto di Bertolaso, utilizzarono i milioni raggranellati in questo modo, non per darli alle città colpite, bensì per creare un fondo di micro credito. Vale a dire: i soldi li teniamo noi, poi semmai, li prestiamo ai cittadini terremotati a tassi “agevolati”. Speculazione si chiama, con l’aggravante dell’appropriazione indebita.

Ora sembra che la storia si ripeta, col beneplacito del Governo, dei partiti e di tutto il parterre bancario italiano ovviamente.

Se tutto va bene siamo rovinati. Cos’altro c’è da aspettarsi in questa nazione intrisa di sangue e lacrime umane più di altre nazioni intrise sì di sangue ma con alla base un concetto diverso: non la speculazione perpetrata persino sulle disgrazie naturali, ma per giungere a volte a forme di libertà e democrazia che in alcuni paesi è e rimane un miraggio.

Persino il sangue ha un altro sapore, dipende sempre dal motivo per cui viene versato.

Così potrebbe un giorno venire a tutti un dubbio. Atroce. Non tanto che i terremoti possano o meno essere previsti in tempo utile, quanto - semmai - creati ad hoc. Affinché persino un terremoto, divenga a tutti gli effetti un business attraverso il quale arricchire qualcuno. Scegliete voi i nomi.
 
D'altro canto si sa che per esempio la Protezione Civile da anni lavora all'elaborazione dei dati futuri sulle eventuali avversità naturali. Sanno ad esempio che, solo a causa dei terremoti, in Italia nel periodo che va dal 2008 al 2100, le vittime previste per i terremoti futuri si aggirano sulle 200.000. Basta leggere la "PROIEZIONE DEL RISCHIO SISMICO IN ITALIA DAL 2008 AL 2100”. In pratica, una sorta di Business Plan.
 
Visto che per prima proprio la Protezione Civile non mette mai in atto una delle frasi fondamentali contenute nel suo statuto - ora in revisione - che parla di prevenzione e controllo del territorio. Basta fare due più due per capire a cosa possano servire certi dati.
 
E' solo un dubbio ovviamente. Sacrosanto però. Che non mi piace avere...


Credit Fonts: telecittà.tv

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