Il bello e il cattivo tempo della campagna elettorale: dalla lettera di Berlusconi alle dimissioni di Giannino

par Barev
venerdì 22 febbraio 2013

Dalla lettera di Berlusconi alle dimissioni di Giannino: cosa sta cambiando?

Se fosse possibile inserire gli atti compiuti dai candidati all'interno di una scala gerarchica di onestà ed integrità, nel posto più basso andrebbe inclusa, senza ombra di dubbio, la lettera di rimborso dell'Imu inviata da Silvio Berlusconi a tutti gli italiani. Da molti percepita come un voto di scambio, è stata anche denunciata come tale da Rivoluzione Civile. Non è, d'altronde, la prima volta che in campagna elettorale il cavaliere gioca sporco: chi ricorda la rivista “Una storia italiana”, con gli eventi più importanti e commoventi della vita privata di Silvio? O ancora, l'eurocalcolatore in vista dell'introduzione della “moneta unica”, poi aspramente criticata da Silvio Berlusconi come prodotto delle politiche di Prodi?

Nel bene o nel male a questo genere di “regalini” ci si abitua, e al più li si ignora, tanto più che oggi le grida di dissenso passano dalla rete, e questa lettera ha subito giudizi decisamente più feroci rispetto all'infame calcolatrice.


Ciò che invece stupisce, in questi avvelenati giorni di campagna elettorale, è stato il gesto di Oscar Giannino.

Il giornalista torinese ha infatti dimostrato un'integrità intellettuale come pochi.

La vicenda, cominciata con le dimissioni di Zingales a causa di scoperte non proprio piacevoli nei confronti del curriculum di Giannino, è culminata nel “mea culpa” di quest'ultimo, reo confesso e dimissionario, in un gesto che i nostri politici più “anziani” avevano dimenticato da tempo.

La novità è tutta locale: nel resto dell'Europa, ci si è sempre dimessi anche per fatti non proprio piacevoli. Eppure l'Italia aveva mostrato un certo morboso attaccamento alla poltrona politica, quasi fosse una questione di vita o di morte.

Non stupisce, dunque, il largo consenso che ottiene quella che viene chiamata “antipolitica”, e che altro non è che una volontà di riforma politica che parte dal basso. I “vecchi” politici prendano lezione.


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