Il Volo: il rifiuto a Trump apre un nuovo inquietante interrogativo

par Patrizia Ciava
martedì 10 gennaio 2017

Ma i ragazzi de Il Volo sono di destra o di sinistra?

In un paese come l’Italia, dove persino i gusti musicali sono spesso dettati da faziosità politica, è diventato per molti un dubbio assillante.

Con il loro rifiuto di partecipare alla cerimonia di inaugurazione del neo eletto Presidente degli Stati Uniti, dichiarando di non condividere le sue idee improntate a xenophobia e razzismo, hanno detto una cosa decisamente di sinistra, per citare il grande Nanni Moretti, spiazzando chi li aveva già collocati nell’area conservatrice di centro destra.

Fino ad oggi, infatti, avevano esibito tutte le caratteristiche che fanno inequivocabilmente identificare una persona come appartenente a quella parte politica: sono patriottici, amano la famiglia e vestono Armani. Sembrava quindi una questione risolta.

La loro recente partecipazione a programmi della rete Mediaset aveva ulteriormente corroborato questa tesi, semmai ce ne fosse bisogno.

Per questo motivo erano stati stroncati e snobbati dalla sinistra radical-chic che predilige cantautori stonati che strimpellano la chitarra e che mai e poi mai potrebbe apprezzare cantanti dotati di capacità vocali - elemento considerato quasi di cattivo gusto e obsoleto - e per giunta usciti da un talent show.

Erano buoni per un pubblico americano che, si sa, in fatto di musica è meno esigente e preferisce ingenuamente chi ha una bella espressività vocale a chi lancia messaggi di denuncia sociale attraverso la musica - se così si possono definire alcune canzoni italiane con note appiccicate a caso al testo tanto per non doverle chiamare recitazioni o sermoni.

Tuttavia, andando a scavare nel passato del trio, si scopre già una defezione. Qualche tempo fa, infatti, avevano inviato un romantico messaggio di auguri a due loro amici gay americani che si erano appena sposati, adottando come colonna sonora del loro matrimonio la versione de Il Volo di “Can you feel the love tonight”. In quella occasione erano usciti un paio di articoli in cui gli autori esprimevano tutta la loro sorpresa e perplessità: “I ragazzi del Volo sono dunque favorevoli ai matrimoni gay?” si chiedevano angosciati. Ma poi la questione era stata immediatamente archiviata perché non si possono insinuare simili tarli nella mente del pubblico e far sospettare una falla nel perfetto sistema di classificazione politica adottato in Italia.

Grazie al sapiente boicottaggio di giornalisti e critici musicali specializzati nel distruggere e stroncare sul nascere qualsiasi talento italiano, gran parte del pubblico è stato efficacemente tenuto all’oscuro del loro successo mondiale e indirizzato a considerarli un gruppo folkloristico che canta vecchie canzoni napoletane a emigrati italiani nostalgici. Per la verità, qualche notizia sulla loro strabiliante carriera all’estero filtrava ogni tanto, ma solo su qualche rivista specializzata e tra i fan sfegatati e occorreva cercarla col lanternino sui motori di ricerca.

Per cui non stupisce che ancora oggi ci siano persone che hanno una idea prevalentemente stereotipata del gruppo e del loro genere musicale, e che qualcuno abbia persino messo in dubbio il loro invito alla cerimonia di inaugurazione di Trump.

I giornalisti italiani, al contrario di quelli stranieri, arrivano alle interviste impreparati, non conoscendo o fingendo di non conoscere il loro percorso artistico, costringendo così i ragazzi a descriverlo per poi concludere che “se la tirano”. La parola d’ordine sembra essere quella di farli apparire boriosi e montati, compito sicuramente facilitato dal fatto che in Italia di solito l’arroganza viene attribuita a chiunque abbia successo. Nei video delle loro partecipazioni a programmi all’estero si nota che sono disinvolti, simpatici e rilassati mentre quando sono intervistati da italiani si irrigidiscono e diventano tesi, consapevoli che tutto ciò che dicono potrebbe essere usato contro di loro e che lo scopo è spesso quello di estorcergli dichiarazioni che saranno poi abilmente manipolate ed estrapolate dal contesto per essere travisate, cosa che accade puntualmente.

In realtà, chi sa che negli Stati Uniti e nella maggior parte dei paesi sono considerati superstar, chi li ha visti, attraverso clip del loro concerti, esibirsi sui palcoscenici più importanti del mondo, anche assieme ad icone della musica internazionale, chi ha visto le ripetute standing ovation da parte del pubblico di ogni età e latitudine al termine di ognuna delle loro esecuzioni, chi ha visto il re di Norvegia acclamarli dopo la loro performance alla consegna dei Premi Nobel per la Pace, si stupisce di come siano potuti rimanere così semplici e modesti.

Ma in un’epoca in cui la gente si limita a leggere i titoli dei giornali ciò che conta è dipingerli come antipatici vanagloriosi e lanciare il messaggio che il pubblico che li apprezza è retrogrado, nazionalpopolare e per giunta di destra.

Solo che ora, con la loro infelice esternazione, rendono tutto più difficile. Già il loro deciso sostegno alla riforma della Costituzione - quindi a Renzi - aveva fatto presagire il peggio, facendo nascere l’orrendo sospetto che potesse esistere un esemplare italiano ibrido - anzi tre - simpatizzante di sinistra ma anche patriottico, dedito ai valori familiari e vestito da Armani. Tuttavia questo dubbio era stato accantonato perché Renzi, si sa, è uno di destra mascherato che non dice quasi mai cose di sinistra, tanto è vero che pure lui è patriottico, con grande imbarazzo dei suoi compagni di partito.

Ora, invece, questa sconcertante ipotesi è tornata alla ribalta e sembra essere diventata realtà. A meno che...

A meno che questi tre ragazzini sfrontati e presuntuosi non si identifichino in alcuna fazione e pretendano di esprimere liberamente le loro opinioni, basate unicamente sui loro principi e valori morali, in un paese dove ogni frase e ogni comportamento ha uno specifico peso politico.

Potrebbe essere l'inizio di una nuova, preoccupante deriva tendente ad incoraggiare il pensiero autonomo.


Leggi l'articolo completo e i commenti