Il Trattamento: il Giornale contro la Magistratura

par WilNonleggerlo
giovedì 10 marzo 2011

Ci siamo. Domani il Consiglio dei Ministri presenterà ufficialmente la cosiddetta riforma della giustizia. L'unico aspetto positivo è che - dopo 17 anni di barzellette, e centinaia tra balle, proclami e rimandi - nemmeno stavolta riusciranno a tramutare il mostro in legge, anche se nelle prossime settimane ne vedremo delle belle. Ma non è questo il punto. Ciò che voglio mostrarvi è un'altra cosa: si chiama "Il Trattamento".

In questi giorni il quotidiano di casa papale, "Il Giornale", è riuscito a scovare nuovi abissi, mai l'informazione di questo Paese era scesa così in basso. Sì, lo so che ultimamente sto abusando della frase "mai l'informazione di questo Paese era scesa così in basso". Ma oh. Dicevo. Il Trattamento. La Preparazione. Siccome le norme studiate dalla cricca presidenziale nulla hanno a che fare con l'interesse del cittadino, s'è reso necessario uno spietato e martellante "lavoro" di frollatura intellettuale, l'immagine della Magistratura italiana - che resiste, nonostante tutto, e gode della fiducia degli italiani - andava colpita con tutta la forza possibile, come prima, più di prima. E caspita, se hanno colpito.
5 marzo. "Fermiamo i magistrati matti", "Da oggi vi raccontiamo tutti i loro errori e le loro manie", "La Pm ipnotizza il testimone", "Nelle carte del Ruby-gate malocchio e puzza di cipolla", "Con questi Pm anche chiudersi in bagno è inutile".

6 marzo:
"Alcol, viaggi e Nutella: se la toga fa i capricci", "Quando la Boccassini dimenticò un innocente 9 mesi dietro le sbarre", "Il raid punitivo del Pm dal tour operator per un viaggio saltato", "i bagni cosparsi di nutella per far dispetto al collega", "La cappellata del giudice che non guarda il codice", "Fa uscire l'ergastolano che si dichiara depresso".

7 marzo.
"I Pm guardoni si eccitano", "Daniela Santanché: riforma urgente, se i Pm avessero impiegato le stesse risorse usate per indagare Berlusconi, forse Yara sarebbe ancora viva", "I magistrati guardoni si eccitano con le foto delle nuove Salomè".


8 marzo.
"Il ricatto a mano armata dei Pm", "Il Cav va sotto i ferri e l'Italia dell'odio festeggia".
Ed eccoci al 9 marzo 2011. La pugnalata finale, un punto di minimo assoluto che poi vabbé, come al solito si dimostrerà relativo, ma che almeno per oggi rimarrà assoluto.

Non solo pazzi, incapaci, violenti e pericolosi. Oggi Il Giornale fa un salto di qualità, s'intrufola nelle mailing list dei Pm, e pubblica alcuni loro messaggi, sparando in prima pagina quello che dovrebbe essere - stando alla rivelazione del quotidiano - il vero scopo della magistratura italiana: "Sistemiamo zietto Silvio e i suoi fan". "Svelate le mail golpiste, Zietto Berlusconi deve togliere il disturbo", "Il golpe dei magistrati".

Porca miseria. Roba grossa, direte voi. Allora stanno davvero tramando nell'ombra per colpire il Santo Papi. Sì, certo. Poi leggi le mail dei Pm, e scopri che i titoli del Giornale, come spesso accade, sono spazzatura pura. Pura spazzatura. Tutto falso. In quelle mail c'è scritto tutt'altro. Non c'è stato quindi solo una palese e gravissima violazione della privacy: che non è bello pubblicare la corrispondenza dei cittadini, né i loro indirizzi mail privati, ma d'altronde lo sappiamo da tempo, questi sono garantisti solo con i loro padroni, ed il rispetto del privato (spesso invocato a sproposito) vale solo per il proprio clan. Dicevo. Non solo questo. C'è pure stata menzogna giornalistica estrema, che neppure il più incallito groupie di Sallusti può ignorare. Basta che lo legga, Il Giornale. Confronti i titoli con i contenuti. C'è tutto lì, da pagina 1, a pagina 3.
 
Oggi il quotidiano del Presidente del Consiglio ha dimostrato di sapersi muovere molto bene nell'illegalità, sbattendoci in faccia il fatto che l'affare Boffo non è stato un errore professionale, non una sorta di vergogna una tantum, bensì un violento metodo seriale, che si rinnova giorno dopo giorno. Solo oggi sono stati sfregiati i codici: civile, penale, etico e deontologico - più altri codici che sicuramente ho dimenticato o di cui ignoro l'esistenza. Non solo, i pennivendoli di Via Negri si sono dimostrati campioni di incoerenza, e riconfermati produttori di bufale. Guardate, quello che spero non è tanto che Alessandro Sallusti la paghi in termini giudiziari, o con una radiazione dall'ordine dei giornalisti. Ciò che mi piacerebbe sul serio è che una volta tanto i suoi lettori facessero sentire la loro voce, e gli chiedessero conto di quello che avete appena visto. Quando l'abuso è così limpido, e la presa per il culo così esplicita, il loro silenzio umilierebbe ancora una volta tutti i cittadini italiani, nessuno escluso.
 

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