Il Sud e le infrastrutture nei “cinque punti” del governo

par Bernardo Aiello
martedì 5 ottobre 2010

Nel suo intervento alla Camera, con cui il premier ha illustrato i famosi “cinque punti” del governo per la seconda parte della legislatura, egli ha indicato due cose indispensabili per il Sud, e precisamente:

  1. Le regole;

  2. Le infrastrutture

Poi, in relazione a queste ultime, ha chiarito che si trattava delle infrastrutture dei trasporti, quelle pesanti e costose, prime fra tutte l’autostrada Salerno Reggio Calabria ed il ponte sullo stretto di Messina; un qualche vago accenno alla rete ferroviaria ed al materiale rotabile. Per quest’ultimo ha affermato con forza che esso sarà immediatamente messo in servizio al Sud, con ciò implicitamente confermando l’uso sinora seguito di spostare nel Meridione quello messo in disuso al Nord e di mettere al Nord quello nuovo. Quest’usanza è perfettamente accertabile da chiunque si mettesse in viaggio in treno attraversando regioni settentrionali e regioni meridionali: al Nord i treni sono, pur con eguale tariffa, oltre che puliti e puntuali, costituiti da vagoni di più recente costruzione. Provare per credere. Ad esempio su un treno che viaggiava da Milano a Venezia il valigione del vostro reporter ha trovato comodamente posto in un idoneo spazio a ciò dedicato, spazio del tutto assente sul treno della stessa categoria che collegava Reggio Calabria a Milano.

Insomma l’impressione era, anzi, diciamoci la verità, appariva al di là di ogni possibile dubbio che, in caso di “coperta corta”, le Istituzioni decidono di tirarla verso sopra, lasciando le parti inferiori, e perciò stesso meno nobili, scoperte.

La stessa cosa è successa con le autostrade: fatte con standard europei in tutto il Paese, Sicilia compresa, in Calabria sono diventate di “serie B”: la Salerno – Reggio Calabria è una vera e propria vergogna nazionale. Per di più l’attuale Governo dovrebbe far conoscere alla pubblica opinione il maggior costo che sta comportando l’attuale restyling normalizzativo. Un vecchio adagio redita “chi più spende meno spende”; anche se, quando si tratta di pubblico denaro, non sempre le cose stanno così. Infatti tutto questo è successo mentre la Cassa per il Mezzogiorno e, in appresso, l’Intervento Straordinario per il Mezzogiorno, sperperavano denari su denari, realizzando un buon numero di “cattedrali nel deserto”, di cui è pieno il Mezzogiorno. Un esempio calzante? L’autostrada fra Siracusa ed Augusta, formata praticamente da due autostrade parallele, una doppione dell’altra.

A dire il vero, che il Sud abbia disperato bisogno di infrastrutture dei trasporti è di solare evidenza. Il nostro Paese ha una forma allungata, ha situazioni orografiche estreme con Alpi, Appennini e tante altre montagne ancora, ed è periferico rispetto alla Comunità Europea. A dire il vero quest’ultima considerazione non vale per la Padania della Lega Nord: questa non è nemmeno una “espressione geografica” secondo il dire di Metternich, ma di sicuro è ben vicina al baricentro della Comunità Europea e, per questo motivo, ha molto meno bisogno di infrastrutture dei trasporti rispetto che il Meridione.

La più popolare infrastruttura di trasporti, la rete ferroviaria, è stata del tutto ignorata dal premier ed invece è da considerare, anche perché per l’Alta Velocità si sta esattamente ripetendo quello che è già accaduto per l’autostrada Salerno – Reggio Calabria. L’Alta Velocità avrebbe dovuto essere la briscola da sfruttare per omogeneizzare il Paese con le sue sostanziali riduzioni dei tempi di percorrenza. Si sarebbe dovuto subito pensare quale cambiamento epocale sarebbe intervenuto, ad esempio, per la possibilità di andare da Milano a Reggio Calabria in una sola mattinata. Invece, more solito, si è visto che “la coperta era troppo corta” e, more solito, la si è tirata verso sopra: l’Alta Velocità finisce a Salerno (a Napoli con i treni). Il nuovo percorso non serve a rendere il Paese più omogeneo e più vicino nelle sue parti, ma serve a fare la concorrenza all’aereo sulla tratta Roma – Milano.

Ed il ponte sullo stretto di Messina, direte voi? Speriamo non diventi una “cattedrale nel deserto” come la doppia autostrada Siracusa – Augusta (anche perché costa abbastanza di più).


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