Il Senato non elettivo: la vittoria della partitocrazia

par Domenico Cammarano
giovedì 24 luglio 2014

La casta politica, dal Partito Democratico di Renzi a Forza Italia di Berlusconi, si è accordata in sede di Commissione al Senato, per rendere questo ramo del Parlamento Italiano non eleggibile più direttamente dai cittadini, ma ridotto di un terzo, nominato solo da altri politici in seno ai Consigli regionali. Se a questa “bella” novità, aggiungiamo il maturato accordo tra le stesse componenti politiche, per modificare la legge elettorare, ribattezzata “Italicum”, che in sostanza conferma l’antidemocratica legge del “Porcellum”, senza troppi ragionamenti e disquisizioni politico-filosofiche si può affermare con certezza che ci troviamo difronte ad una svolta autoritaria e antidemocratica, di matrice oligarchica, che ha come soggetti le segreterie politiche del Partito Democratico (e ciò è gravissimo) e quella di Berlusconi (e ciò è ovvio), insieme alle piccole formazioni politiche che sopravvivono nell’orbita di questi partiti maggiori.

Devo dare atto al Movimento Cinque Stelle, dopo tante cavolate, a partire dal loro ingresso in Parlamento ad oggi, e a quelli di Sel di essersi opposti fermamente, insieme a pochi dissidenti della maggioranza, a questa manovra reazionaria di stampo partitocratico e liberticida. Comunque, vedremo tra giorni come voteranno tutti in Parlamento.

Renzi, nonostante la simpatia che può emanare, da buon toscano esuberante e chiacchierone, quando afferma che si sta compiendo una rivoluzione decisamente “bestemmia” nei confronti della democrazia e della logica-filosofica. 

La casta politica, dal Partito Democratico di Renzi a Forza Italia di Berlusconi, si è accordata in sede di Commissione al Senato, per rendere questo ramo del Parlamento Italiano non eleggibile più direttamente dai cittadini, ma ridotto di un terzo, nominato solo da altri politici in seno ai Consigli regionali. Se a questa “bella” novità, aggiungiamo il maturato accordo tra le stesse componenti politiche, per modificare la legge elettorare, ribattezzata “Italicum”, che in sostanza conferma l’antidemocratica legge del “Porcellum”, senza troppi ragionamenti e disquisizioni politico-filosofiche si può affermare con certezza che ci troviamo difronte ad una svolta autoritaria e antidemocratica, di matrice oligarchica, che ha come soggetti le segreterie politiche del Partito Democratico (e ciò è gravissimo) e quella di Berlusconi (e ciò è ovvio), insieme alle piccole formazioni politiche che sopravvivono nell’orbita di questi partiti maggiori.

Devo dare atto al Movimento Cinque Stelle, dopo tante cavolate a partire dal loro ingresso in Parlamento ad oggi, e a quelli di Sel di essersi opposti fermamente, insieme a pochi dissidenti della maggioranza, a questa manovra reazionaria di stampo partitocratico e liberticida. Comunque vedremo tra giorni come voteranno tutti in Parlamento.

Renzi, nonostante la simpatia che può emanare da buon toscano, esuberante e chiacchierone, quando afferma che si sta compiendo una rivoluzione, decisamente “bestemmia” nei confronti della democrazia e della logica-filosofica: viceversa, nell’ottica della politica e della gestione del potere, la sua è una strategia comprensibile, ma non per questo condivisibile, in quanto legalizza il potere assoluto di un paio di partiti a discapito della democrazia, dei nostri principi Costituzionali e del buon senso civico e morale.

Ogni buon cittadino, cristiano, socialdemocratico, comunque autenticamente convinto della bontà della democrazia partecipativa, unica vera alternativa al regime partitocratico, in quanto coinvolge la società civile nelle fasi fondamentali della scelta dei rappresentanti dei cittadini e nelle decisioni fondamentali relative alla gestione dello Stato, deve, come imperativo categorico morale e civile, opporsi con ogni mezzo e invocare veramente la rivoluzione. Una rivoluzione autentica, fatta dai cittadini onesti e formati ai principi della democrazia, che devono invocare i diritti riconosciuti dalla Carta Costituzionale e mettere alla gogna questa casta politica corrotta, insipiente e completamente priva dei requisiti per poter rappresentare democraticamente il popolo sempre meno sovrano e, oramai, solo raggirato da furfanti e mascalzoni.

Questa casta politica ha ragione solo perché manca in Italia una vera cultura della vita democratica, cioè della partecipazione attiva e responsabile, dal quartiere alla nazione e, quindi, sul disinteresse e l’ignoranza collettiva, gioca e vince la sua partita. Qui pensiamo a organizzarci per i fine settimana, magari aumentando i nostri debiti, pensiamo al gioco d’azzardo, agli sballi fatti di stupefacenti, alcol e tabacco, alle stupidate televisive e alle pubblicità che ci ipnotizzano verso il consumismo e deleghiamo la gestione dei nostri quartieri, delle nostre città e territori a questi populisti arrivisti e ammaliatori.

Chi, invece, possiede il senso civico della democrazia, deve solo opporsi, rinunciare a votare laddove le preferenze vengono eliminate ed evitare che i nominati dai partiti, collusi con gli affari dei banchieri internazionali e locali e comunque alla ricerca esclusiva del proprio “particulare interesse”, possano essere legittimati con la nostra presenza alle urne. La parola d’ordine di un vero oppositore al regime partitocratico è boicottare, opporsi con ogni mezzo legale e morale, ma soprattutto riprendere il gusto o meglio ancora acquisire l’abitudine a partecipare ad assemblee spontanee e di liberi cittadini, evitando come la peste, ogni contagio con questi politici e con questa partitocrazia. 

 


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