Il Presidente Giampaolino e la corruzione, male endemico della Pubblica Amministrazione
par Bernardo Aiello
venerdì 22 ottobre 2010
Il dottor Luigi Giampaolino, tempo addietro nel suo ultimo intervento come Presidente dell’Autority per i contratti della Pubblica Amministrazione, aveva lanciato un chiaro allarme per l’inarrestabile dilagare dei fenomeni di corruzione; la stessa cosa fa oggi nel suo primo pubblico intervento da Presidente della Corte dei Conti, e ciò anche alla luce delle martellanti cronache giudiziarie che riempiono i quotidiani sugli appalti del G8, dei «grandi eventi» et similia.
Il fenomeno corruttivo appare endemico alla P.A. ed in grado di causare gravi crisi di efficienza di tipo sistemico alle nostre Istituzioni, massimamente nel Meridione. Purtroppo non si dice nulla di fantasioso se si afferma che, nelle regioni meridionali, l’operatore economico nel settore dei contratti pubblici non può non ricorrere a sistematiche dazioni illecite di denaro. Da ciò gravi casi di dissipazioni e di sperperi di pubblico denaro, puntualmente denunziati dal Presidente Giampaolino. Ovviamente a questi costi, diciamo così, economici vanno aggiunti quelli etici, pagati da tanti operatori economici onesti costretti obtorto collo ad adeguarsi a questo contesto di illegittimità oppure a rinunziare a svolgere la propria attività in questo settore. E’ di solare evidenza che un imprenditore che decida di combattere una quotidiana e sistematica battaglia contro chi tenta in tutti i modi di costringerlo a forme di corruzione, sarà portato inesorabilmente a trascurare i propri compiti essenziali di gestione aziendale e, perciò stesso, finirà per gettare la spugna.
Purtroppo, a queste istanze di efficienza funzionale, la politica non dà alcuna risposta. Un caso concreto? Proprio l’Autority che è stata presieduta dal Presidente Giampaolino ha come obiettivo quello di verificare l’applicazione della legge Merloni sugli appalti e resta ben lontana dal preoccuparsi se il sistema dei pubblici appalti in una data Regione funziona regolarmente, consentendo una sana competizione fra le aziende secondo la legge del libero mercato e, al riparo da ricatti e vessazioni di sorta, svolga una funzione di effettivo sviluppo economico, oppure ciò non accade.
A dire il vero non è questo l’unico settore dell’economia di cui la politica, da sempre, si occupa poco e male: lo sono tanti. Sovente l’unico approccio della politica al mondo produttivo non è di tipo economico, ma di tipo finanziario, nel senso di limitarsi a stabilire una maggiore o una minore pressione fiscale, ovvero nel senso di limitarsi ad adottare maggiori o minori misure di sostegno finanziario alle aziende. Quanto a verificare se le regole stabilite per un dato comparto raggiungano l’obiettivo della formazione di un libero mercato efficiente e se le sue potenzialità economiche vengano attuate e sviluppate, nulla quaestio. E ciò vale per gli appaltatori come per gli autotrasportatori, per le industrie manifatturiere come per la distribuzione dei carburanti, per la pesca come per le aziende agricole, e così via.
Non cambia molto se sono funzionari corrotti o sistemi di rilevamento delle ore di lavoro dei camionisti facilmente alterabili o meccanismi di mercato incapaci di tutelare adeguatamente le varie componenti della “filiera produttiva” o la concorrenza del cinese di turno o altro ancora: alla fine il lavoro diventa una sofferenza, sino a portare alla chiusura delle aziende ed alla conseguente spaventosa crisi occupazionale che tutto il Paese sta vivendo (con i conti del Governo sulla disoccupazione vicini alla realtà come i film di Harry Potter).
La conclusione è che il Governo ha un gran compito da svolgere se intende rispondere con incisività alle pubbliche e ferme denunce del Presidente Luigi Giampaolino; e questo vale non solo per il ministro delle Finanze e dell’Economia Giulio Tremonti, ma anche per quello delle Attività Produttive e per quello della Giustizia (senza un sistema giudiziario efficiente perseguire un sano sviluppo delle attività economiche è assolutamente velleitario).
L’attuale Esecutivo è in grado di porre rimedio al contesto degradato in cui è costretto ad operare buona parte del nostro sistema produttivo? Al cittadino, per farsene un’idea, basterà restare in attesa delle prossime esternazioni del Presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino.