Il Parlamento non è una latrina

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venerdì 25 febbraio 2011

L’onorevole Pd Gino Bucchino ha denunciato il tentativo di corruzione subito da parte di un giovane di Rifondazione Socialista. A Bucchino è stato chiesto di aderire al gruppo parlamentare dei Responsabili, che appoggia il governo, in cambio della rielezione nella prossima legislatura e un ‘rimborso spese’ di 150mila euro. Questo giovane, di cui non intende svelare il nome, avrebbe detto al parlamentare Pd: “Questo Paese è in difficoltà e, piaccia o meno, può andare avanti solo sotto la guida di Berlusconi. Nel gruppo dei Responsabili c'è bisogno di gente di sinistra, proprio come te, che mantengano le proprie idee e la loro impostazione politica. Non devi rinunciare alle tue idee. Con noi puoi far sentire la tua voce. Poi ci sarà una distribuzione di incarichi". Bucchino, ovviamente, ha rifiutato. Ma forse il suo rifiuto non è tanto ovvio.

In questi giorni stanno aumentando i desolanti spostamenti di parlamentari da una parte a un’altra (di solito ‘l’altra’ è sempre la stessa, la maggioranza), tutti giustificati da folgorazioni improvvise, da necessità di svolte, da “posizioni divergenti rispetto alle prospettive politiche”, e fandonie simili. L’unica reale giustificazione non è stata invece addotta da nessuno. Il proprio tornaconto.

Luca Bellotto, ex detrattore di Berlusconi, ha lasciato Futuro e Libertà per tornare nel Pdl. Anche Barbareschi ha lasciato il partito di Fini, per quanto avesse contribuito a fondarlo, e per quanto si fosse lasciato andare a pesanti esternazioni contro il premier tipo “Berlusconi si deve fare da parte” oppure “è un vecchio porco” o ancora “è come Nerone”. Ma il Trasformista deve pur trovare il suo spazio, in Parlamento come sulle reti Rai. Per capire che come attore non vale un granché, non serve tuttavia guardare il suo film. È sufficiente gustare la sua performance al meeting del lancio di Fli (7 novembre 2010), un discorso pronunciato con voce a volte mielosa e a volte pregna di ridicola pathos e carico di un’affettazione imbarazzante.

Anche Roberto Rosso ha seguito le stesse orme, tornando come un figliol prodigo nel partito del predellino. Ma il Pdl è il partito dell’amore, non ama solo ricevere, vuole anche dare. E allora Gerardo Soglia, Giancarlo Lehner, Giovanni Mottola, Andrea Orsini, Maria Elena Stasi e Vincenzo Taddei lasciano il partito di B. e vengono ceduti in prestito ai Responsabili, partito che dà l’appoggio esterno al governo. Ma in questo caso le ‘prospettive politiche’ non c’entrano. Gli amichevoli scambi sono necessari per rinforzare il gruppo di responsabilità nelle commissioni parlamentari, così da rinsaldare gli equilibri a favore della maggioranza. Nel partito responsabile, dove già risiedono gli ex Idv Razzi e Scilipoti, l’ex Pd Calearo, gli ex Fli MoffaSiliquini e Polidori, confluisce anche Guzzanti

Insomma, il gruppo parlamentare ‘responsabile’ è un po’ come una latrina pubblica, ci possono entrare tutti. Non importa tu che tradizione politica abbia avuto, se hai idee di destra o di centro o di sinistra, se sei conservatore o progressista. L’ingresso è libero e consentito a chiunque.

Ma – poiché i bagni pubblici li usano proprio tutti - non ci si può sorprendere se poi s’incappa in qualche inconveniente, come un assorbente usato o una montagna di carta igienica sporca. Tanto poi si tira lo scarico e ogni cosa torna come prima. Oppure si intasa la tazza. E la lordura sale a galla.


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