Il Papa ha criticato i neocatecumenali

par Paolo Borrello
mercoledì 8 luglio 2015

In un precedente post mi sono occupato del movimento dei neocatecumenali e soprattutto del discorso del loro leader indiscusso Kiko Arguello, pronunciato in occasione del Family Day.

E ho riferito anche di alcune critiche rivolte nei confronti di alcuni comportamenti di questo movimento cattolico, critiche manifestate anche da ex adepti.

Il post in questione suscitò alcune reazioni negative da parte di appartenenti al movimento in questione.

In realtà, circa un anno or sono, lo stesso papa Francesco criticò i neocatecumenali, in occasione di una loro visita in Vaticano.

La critica di maggiore rilievo, a mio avviso, ha riguardato l’eccesso di autorità interna al movimento. Quindi la loro scarsa democraticità.

Il Papa infatti affermò: “La libertà di ciascuno non deve essere forzata, e si deve rispettare anche la eventuale scelta di chi decidesse di cercare, fuori dal Cammino, altre forme di vita cristiana”.

Peraltro anche alcuni vescovi italiani hanno criticato il movimento.

E tra i vescovi italiani che hanno avuto rapporti piuttosto difficili con i neocatecumenali (compresi i cardinali Biffi, Martini, Pappalardo, Piovanelli, Tonini), quello che ha mosso la critica più severa alla vita interna del movimento è stato l’arcivescovo di Catania Luigi Bommarito che nel 2001 accusò le guide delle loro comunità di “scarnificare le coscienze con domande che nessun confessore farebbe”.

Inoltre, la spinta delle guide a concepire un gran numero di figli, a mettere a disposizione del movimento i propri beni, a partire per Paesi lontani, a inserire nel movimento il partner, è la recriminazione più frequente dei fuoriusciti, che si esprimono anche in siti internet intitolati “La verità sul Cammino Neocatecumenale” e simili.

Ritornando alle critiche formulate dal Papa, Bergoglio dichiarò, rivolto ai neocatecumentali: “Avere la massima cura per costruire e conservare la comunione all’interno delle Chiese particolari nelle quali andrete a operare”.

E se un vescovo non accettasse le loro liturgie separate, dovrebbero mettervi fine perché ha continuato il Papa “può essere meglio rinunciare a vivere in tutti i dettagli ciò che il vostro itinerario esigerebbe, pur di garantire l’unità”.

L’ulteriore critica del Papa ha riguardato l’inculturazione che sta a cuore al Papa gesuita che ha raccomandato ai neocatecumenali, tendenti a trapiantare ovunque la loro pedagogia italo-spagnola, “una speciale attenzione al contesto culturale nel quale voi famiglie andrete a operare”.

Quindi mi sembra che i neocatecumenali dovrebbero fare maggiore attenzione alle critiche che vengono loro rivolte e, auspicabilmente, dovrebbero rispondere nel merito, con precisione, a quelle critiche.

 


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