Il Papa e Frattini fanno i martiri con i morti degli altri

par Mazzetta
mercoledì 5 gennaio 2011

C'è stato recentemente un gran parlare di una persecuzione dei cristiani in corso, ne ha parlato il Papa e il Ministro degli Esteri Frattini si è spinto ad ipotizzare sanzioni per i paesi che non proteggono i cristiani.

Al Papa hanno fatto caso solo i politici italiani e pochi altri, a Frattini anche meno, è andato infatti del tutto a vuoto anche il suo tentativo di investire l'Unione Europea del problema.

Frattini è andato a vuoto per una ragione abbastanza importante: perché la persecuzione contro i cristiani non c'è.

Per giustificare questo ennesimo allarme-bufala il papato e l'Italia (perché Frattini rappresenta l'Italia, hanno fatto ampio riferimento a fatti di sangue verificatisi in Iraq, Egitto, Sudan Nigeria e Filippine. Fatti ed episodi variamente tradotti dai media italiani, ma sempre seguendo il comune denominatore della persecuzione da parte dei musulmani cattivi.

Analizzando i fatti salta immediatamente all'occhio che i due campioni citati sopra stanno barando. È lunare parlare di persecuzione dei cristiani in Iraq, dove la violenza politica ha investito ex-sadamisti, sunniti e sciiti all'ingrosso. Ancora di più dopo che le armate statunitensi, indubbiamente cristiane, hanno invaso il paese con il pretesto (tra gli altri pretesti) della lotta al terrorismo islamico, uccidendo centinaia di migliaia islamici incolpevoli in un paese nel quale gli estremisti islamici non potevano mettere piede senza finire impiccati da Saddam.

Anche nel caso delle Filippine parlare di una persecuzione dei cristiani è ridicolo, essendo che gli episodi di violenza nell'isola di Mindanao ricordano più il banditismo che le persecuzioni. Ma ancora di più ricordando che le Filippine sono un cattolicissimo paese che ha massacrato gli abitanti di Mindanao (in maggioranza musulmani) per decenni prima di concedere una blanda autonomia amministrativa.

Nel caso del Sudan abbiamo invece il Sud a maggioranza cristiana che sta per andare al referendum per l'indipendenza dal Nord dopo venti anni di guerra e sei di autonomia, durante i quali nessuno ha perseguitato i cristiani. Anche sulle persecuzioni precedenti ci sono poi grossi dubbi, almeno da quando si è scoperto che i politici del Sud e qualche interferenza inglese si erano addirittura inventati un commerci di schiavi cristiani, per liberare i quali chiedevano fondi in Occidente, che poi usavano per comprare armi. Anche qui più che alla matrice religiosa bisognerebbe guardare al petrolio del Sud e alla sua storia post-coloniale, caratterizzazzata dall'appoggio (in particolare) della Gran Bretagna alla secessione.

Ancora più ridicolo è parlare di persecuzione dei cristiani in Nigeria, dove enormi problemi sociali ed economici hanno dato vita a numerose rivolte tradotte malamente da qualche furbacchione in scontri a sfondo religioso e dove non esiste nessuna discriminazione nei riguardi cristiani.

Anche sull'Egitto c'è poi da ridire, perché se è vero che negli ultimi anni ci sono stati alcuni attentati ai danni dei cristiani, è altrettanto vero che molti dubitano della loro matrice e anche quello di pochi giorni fa ha lasciato in molti il sospetto che si tratti di strategia della tensione di marca governativa. Mubarak ha appena trionfato (troppo) alle elezioni. Una farsa al termine della quale gli oppositori non sono riusciti nemmeno ad affacciarsi in parlamento, lasciando nudo Mubarak di fronte al mondo.

Mubarak, che sono anni che promette riforme democratiche e procede in direzione contraria, comincia ad avere una certa età e molti in Egitto si chiedono se il suo potere sia ancora saldo. Questi attentati lo aiutano indubbiamente e non si capisce invece come potrebbero fare il gioco dei famosi terroristi stranieri d'ispirazione qaedista chiamati in causa.

Ma da noi d Mubarak si è discusso solo quando Berlusconi ha spacciato una prostituta minorenne per la nipote del dittatore egiziano per sottrarla alle attenzioni della polizia. La dittatura egiziana, come quella tunisina, è perfettamente sconosciuta all'opinione pubblica italiana. Mubarak è troppo alleato per poter essere criticato.

Sia come sia, i cristiani egiziani (e quelli iracheni) non sono cattolici, ma copti. Hanno un loro Papa di riferimento, Shenouda III, che spesso non è d'accordo con Roma e che pochi mesi fa ha dichiarato che Ratzinger: "Sbaglia e, dopo essersi inimicato il mondo islamico, sta cominciando a perdere anche la fiducia dei cristiani". Questo proprio perché Ratzinger insiste con la persecuzione dei cristiani, mentre in Egitto le gerarchie copte e musulmane predicano da tempo una "unità nazionale" dei fedeli nello stroncare fanatismo e aggressioni a sfondo religioso". Un esempio tangibile di queste iniziative viene dal poster pubblicato sopra, preso da Lia, che sul suo blog ha definito eufemisticamente "goffo e inopportuno" l'intervento papale.

Il Papa e Frattini lamentano quindi persecuzioni dove non ce ne sono o dove, come nel caso dell'Iraq, la faccenda è perlomeno complessa e andrebbe giudicata con più onestà. Questo per dire che fanno i martiri con i morti degli altri, perché non sono cattolici quelli che muoiono in Iraq, Egitto e Nigeria e non sono quindi cattolici quelli che potrebbero subire le conseguenze della propaganda d'Italia e Vaticano.

Nemmeno in Nigeria infatti sono i cattolici ad essere coinvolti nelle violenze, i cattolici in Nigeria risiedono per lo più nell'area costiera, ben lontano dagli avvenimenti in questione. Anche in questo caso le chiese pentecostali e anglicane stanno lavorando con il governo e le controparti musulmane per sedare la situazione. Figurarsi come saranno contenti di sentire gli interventi a gamba tesa del Papa e di Frattini che chiedono alla UE di penalizzare i paesi che non proteggono i cristiani; senza peraltro prendersi la briga di spiegare bene questa pretesa e la sua applicabilità, tanto è fumo; e lanciano accuse contro i musulmani cattivi.

Così, mentre Iraq e Afghanistan ancora sono invase dalle armate cristiane, dopo che nessuno ha fiatato per l'illegale invasione etiope (cristiana) a spazzare i musulmani dalla Somalia dietro sollecitazione americana (con un bilancio di vittime equivalente alla famosa tragedia del Darfur), adesso ci tocca anche sentire il Papa e Frattini che fanno le vittime con i morti degli altri, con Frattini che dopo aver avallato e giustificato i crimini e i massacri degli alleati negli ultimi anni, adesso veste i panni del protettore della fede e delle vittime.

Ipocrisia orrenda, uno sciacallaggio che evoca proprio la leggendaria battuta di Ricucci, un comportamento criminale che potrebbe provocare gravi lutti dei quali il Papa e Frattini ovviamente non saranno mai chiamati a rispondere.

È molto comodo fare gli eroi così a buon mercato, anche se fa un po' schifo.

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