Il PD e i soldi per la ricerca

par Giacomo Lagona
giovedì 2 dicembre 2010

Durante la discussione alla Camera sulla riforma universitaria, Bruno Tabacci dell’Api aveva proposto un emendamento in cui si sarebbero dirottati 20 milioni di euro dei rimborsi elettorali ai partiti verso i contratti dei ricercatori a tempo indeterminato. Quasi tutta l’opposizione e parte di Futuro e libertà aveva intenzione di sostenere l’emendamento – contraria solo l’Udc – con la possibilità di mandare per l’ennesima volta sotto il governo.

E’ successo però un fatto particolarmente difficile da spiegare. Durante il dibattimento in aula, il deputato del Partito Democratico Ugo Sposetti ha dichiarato la sua contrarietà all’emendamento chiedendo ai colleghi di fare altrettanto:

Signor Presidente, voterò contro questo emendamento in quanto la sua copertura non è assolutamente accettabile. La copertura di questo emendamento non è accettabile da me e, mi auguro, anche da molti parlamentari dell’opposizione. L’invito caldo che rivolgo ai colleghi della Commissione – i quali hanno condotto un ottimo lavoro e sicuramente hanno svolto un grande sacrificio nel condurre questa loro battaglia – è quello di modificare l’orientamento di voto favorevole con l’orientamento del nostro gruppo, ossia di voto contrario.

Bruno Tabacci risponde a sua volta a Sposetti confermando la copertura finanziaria all’emendamento e dicendo che sui finanziamenti ai partiti “bisognerebbe stendere un velo davvero molto pietoso”. Sposetti, che è stato a lungo tesoriere del Pds e dei Ds, riprende la parola rispondendo piccato al collega dell’Api:

Signor Presidente, la pregherei di rivolgere un appello al collega Tabacci. Non so quanti veli lui abbia e quale uso ne faccia, ma non può permettersi di stendere veli sulle persone che si sono interessate della vita dei partiti. Questo non è consentito né all’onorevole Tabacci né ad altri. [...] Naturalmente rivolgo nuovamente l’appello ai colleghi di votare contro questo emendamento, perché l’emendamento è volgare: non è a favore dei ricercatori e dei docenti, è semplicemente volgare per come è stato scritto.

Dopo battibecchi vari si va al voto e il risultato è disarmante. Votano a favore Alleanza per l’Italia, la maggioranza del Pd, l’Idv e parte di Fli. Votano contro Pdl, Lega, Udc, i rimanenti di Fli e 25 deputati del Pd – oltre a Sposetti votano contro Cuperlo, D’Antoni e Livia Turco – mentre 17 si astengono, tra cui D’Alema, Fassino, Migliavacca, Madia, Orlando, Soro e Ventura. Gli assenti del Pd sono 21 compreso il segretario Bersani.

L’emendamento viene bocciato con le critiche di Api che accusa Sposetti - «l’unico partito sopravvissuto alla Prima Repubblica è il PCI…» – che a sua volta continua col dire che è «un emendamento strumentale in una battaglia che qualcuno vuole combattere trovando risorse dai rimborsi elettorali dei partiti». Perché, secondo Sposetti, se fosse passato l’emendamento «la campagna elettorale se la faceva solo Berlusconi».

A parte le figuracce varie che ha fatto il Partito Democratico mostrando ancora una volta l’incoerenza dei suoi deputati, la questione è drammaticamente seria perché se da un lato i 20 milioni per la ricerca sarebbero stati ossigeno puro per un settore dell’università così mestamente travagliato, dall’altro le parole di Sposetti sono purtroppo così realistiche perché in una probabilissima campagna elettorale del prossimo anno i soldi dei finanziamenti ai partiti servono fino all’ultimo centesimo, pena, come dice il deputato Pd,la campagna la possono fare solo i più facoltosi. Cioè Berlusconi.

La questione è deprimente perché fin quando sarà lo Stato a finanziare i partiti e non i sostenitori, ci sarà sempre un ragionier Sposetti che cercherà di fare i conti in tasca al suo partito ragionando pragmaticamente e non costruttivamente per il paese come dovrebbe essere. Del resto è questa la classe politica che ci possiamo permettere, e se il caso di Sposetti ha portato tanto clamore mediatico, possiamo star certi che non sarà l’ultima volta in cui un partito si mette davanti agli interessi degli italiani.


Leggi l'articolo completo e i commenti