Il Naufragio del Concordia e il balletto dei media

par Giuseppe D’Urso
lunedì 23 gennaio 2012

La tragedia del Concordia e l'incompetenza che tutti ritengono sia la causa principale del disastro. Proprio l'incompetenza, invece, è da escludere. Un errore di qualche metro ha fatto la differenza tra una manovra spericolata ed un disastro.

Da alcuni giorni vediamo che giornali e telegiornali sbattono “il mostro” in prima pagina. Trasmissioni televisive con attricette “naufragate” che recitano maldestramente la loro disavventura; conduttori televisivi che a tutti i costi cercano responsabilità, disservizi, disorganizzazione ed incompetenza; ufficiali della Guardia Costiera elevati al soglio pontificio prossimi a salire sugli altari; telefonate con sproloqui e parolacce che diventano slogan. Comici che irridono alla marineria italiana ironizzando sul detto “Italia popolo di navigatori”; ambientalisti e ministri tecnici improvvisati, che gridano all’allarme per il disastro ambientale per l’ipotetica fuoriuscita del bunker dalla nave.

Tutto questo per fare del sensazionalismo e magari nella malcelata speranza che i morti aumentino a dismisura per dare ancora di più all’untore incompetente e fare qualche minuto in più di trasmissione e di Audience.

Ci sono anche ufficiali della marina o della Guardia costiera che si interrogano sul come o chi abbia abilitato lo scellerato autore del naufragio a comandare una nave di quelle dimensioni, dimenticando che, guarda caso, gli esami per la progressione nella carriera vengono fatti proprio nelle direzioni marittime e proprio la Guardia costiera rilascia i certificati di abilitazione

Una gran confusione. Esperti improvvisati che nulla sanno del perché o del per come una nave dal peso di 137000 tonnellate possa galleggiare e perché quel condominio ambulante non sprofondi nelle azzurre acque del mare. Tuttavia parlano discutono, accusano!

C’è persino chi ricorre alla sfortuna che ha perseguitato la nave sin dal suo battesimo.

Mi è capitato di leggere insulti di vario tipo diretti al comandante Schettino ed il più ricorrente è quello di “incompetente” che detto dal personale della Guardia costiera è tutto dire. Assistere all’indignazione del caro Vespa che denuncia il fatto che a dirigere la lancia era un cuoco, ignorando che il cuochi fanno parte dell’equipaggio e che ciascun membro dell’equipaggio ha una funzione nelle emergenze che si verificano e ricoprono un ruolo preciso e ben determinato. Non sa il caro Vespa e con lui molti milioni di italiani che gli ufficiali su navi di quel tipo sono una ventina e che l’equipaggio ha diversa nazionalità. E’ una babele!

Nessuno fa però caso al fatto che la nave è rimasta a galla per quasi un’ora e che poi, improvvisamente, nell’arco di un tempo brevissimo si è abbattuta su un lato che guarda caso è opposto a quello dove si è verificata la falla. Occorre lo spostamento di migliaia di tonnellate per far sbandare la nave in quel modo e determinarne l’abbattimento.

La compartimentazione di galleggiabilità su quelle navi è puntigliosa e i sistemi stagni sono tra i più sofisticati; eppure la nave ha perso la stabilità e di conseguenza la riserva di spinta. Perché?

E’ chiaro che l’eventualità che la nave potesse abbattersi ed affondare era esclusa proprio per le motivazioni di cui sopra e tale circostanza ha probabilmente determinato i ritardi nell’approntamento delle lance e nel dare l’ordine di abbandonare la nave. Probabilmente si pensava (e non lo pensava solo il comandante, forse anche la Compagnia che probabilmente era informata di tutto dal comandante) che in virtù proprio di quella compartimentazione di galleggiabilità la nave avrebbe potuto raggiungere, magari, il porto di Livorno e fare sbarcare in tutta sicurezza i passeggeri

Il comandante De Falco, invece di preoccuparsi di organizzare i soccorsi che la guardia costiera aveva l’obbligo di organizzare, si impegnava in un duetto intriso di parolacce.

Mi chiedo dove fosse la Guardia costiera quando sono stati effettuati gli altri 52 passaggi ravvicinati non solo da parte della Concordia, ma da parte di tutte le navi da Crociera. Solo ora ci si accorge che è vietato avvicinarsi alla costa.

Ritengo che tra gli insulti espressi nei confronti del comandante quello di incompetente non è assolutamente condivisibile. Proprio la competenza e la sicurezza e la padronanza del mezzo lo hanno tradito. Un tragitto ed una manovra fatta decine di volte escludeva qualsiasi margine di errore. Solo di questo, cioè di negligenza, arroganza o di spacconaggine può essere accusato, ma non certamente di incompetenza.

Sono altri gli incompetenti.

Penso distrattamente a coloro che permettono che sulle navi che battono bandiera italiana ci sia un equipaggio misto con comuni ed anche ufficiali di nazionalità tra le più varie che hanno percorsi didattici e di apprendimento e certificazione della professionalità di gran lunga inferiori a quelli da noi richiesti ai nostri ufficiali e marinai.

Cosa dire di quelli che fanno partire le navi con un numero di ufficiali ridotto che obbligano a turni di guardia estenuanti.

Come qualificare quelli che certificano la robustezza e la sufficienza a navi come la Haven che poi affonda miseramente al largo delle coste liguri creando un immane disastro ecologico.

Ci viene difficile, ma non troppo, catalogare quanti gridano al disastro ambientale per quelle 2500 tonnellate di carburante che rischiano di finire in mare e ignorano o fingono di ignorare che le petroliere di tutto il mondo per anni hanno gettato centinaia di migliaia di tonnellate di crudo (non raffinato) in mare durante le operazioni di lavaggio delle cisterne. Il canale del Mozambico, il Nord Atlantico ed anche il Mediterraneo erano percorsi da strisce di petrolio e chiazze estese centinaia di miglia. Sconcezza che è stata ridotta con l’introduzione del sistema L.O.T (Load On Top).

Dov’erano gli ambientalisti?

Penso con tristezza a coloro che stanno distruggendo la formazione della Marina mercantile italiana con norme illogiche, assurde ed offensive della più comune intelligenza. A mo’ di esempio cito le disposizioni che prevedono che qualsiasi diplomato, come un geometra o un odontotecnico, frequentando un corso di 500 ore potrà accedere alla carriera di ufficiale scegliendo alla fine del corso se seguire la carriera di macchine o di coperta. Dov’era la Guardia costiera quando ha avallato e permesso una simile sconcezza?

Si pensi che gli studenti del nautico del corso capitani per lo studio della sola meteorologia ed oceanografia utilizzano 200 ore di lezione.

E’ come se un laureato in legge facesse un corso di qualche centinaio di ore e venisse abilitato all’esercizio della professione medica assumendo il ruolo di dirigente medico nella clinica di chirurgia d’urgenza del Gemelli.

Ed allora il comandante Schettino con tutta la sua la sua arroganza, condita da una buona dose di spacconaggine pur non potendolo assolvere per il suo atto assurdo ed inutile, non è condannabile né più né meno di altri altrettanto responsabili.


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