Il Grillo, il Guru, il Grullo

par Giuseppe D’Urso
lunedì 22 aprile 2013

In fin dei conti sulla base di questa analisi, che certamente contiene elementi di obiettività, il D’Alema, grande stratega della “sinistra”, appare poco più di uno scolaretto, mentre il Grillo ha dimostrato di essere solo un semplice Grullo.

Ho assistito, come molti italiani, alle fasi di questi ultimi fatidici 50 giorni che hanno visto il fallimento del progetto della “sinistra” di contrapporsi alla destra e a Berlusconi.

Ho visto l’umiliazione di Bersani che nell’interesse degli italiani ha ripetutamente chiesto alla nuova forza politica emersa dalle elezioni, la collaborazione per la formazione del governo.

Ho visto il piano programmatico che prevedeva interventi sul conflitto d’interessi, sulla possibilità di riformare la legge elettorale, di intervenire a piene mani sul processo di riforma dello Stato. Tutto questo era stato offerto a Grillo ed al suo Guru. Abbiamo anche visto, in streaming, la inconcludenza dei rappresentanti eletti dei c.d. “grillini” e le risatine ironiche della rappresentante alla Camera di tale gruppo che ha dimostrato anche di non sapere, da deputata qual è, l’età minima per diventare Presidente della Repubblica.

Da ultimo in questi ultimi giorni abbiamo assistito alla dissoluzione del sogno di molti di vedere finalmente Berlusconi fuori dai giochi e di rivedere Prodi, l’unico che ha battuto la destra, e che a sua volta è stato battuto dal fuoco amico, alla guida della Nazione. Anche in questa fase il Grillo ed il suo Guru avrebbero potuto dare la stoccata finale, dare all’Italia ed agli italiani una speranza di ricrescita e di rinascita ed annullare con la forza dei numeri i giochi di potere di alcuni esponenti della “sinistra” gli stessi che hanno bruciato la candidatura di Prodi.

Invece, l’intransigenza immotivata, assurda in chi fa politica, ha riportato Berlusconi al Governo.

Il Grillo ed il suo Guro, hanno preteso che si votasse Rodotà perché lo aveva scelto il popolo. Mi chiedo quale popolo visto che alle votazioni sono stati ammessi solo i “grillini” registrati. Come si permette di attribuire alla volontà popolare tale designazione visto che ha escluso dal voto tutti gli altri. Avrebbe potuto parlare di volontà popolare se avesse consentito il diritto di voto a qualsiasi italiano in possesso di un computer o di un tablet. Invece, si è ben guardato dal lasciare questa libertà.

Il capo di un movimento che sconosce la democrazia al suo interno, che decide per tutti ed impone il suo dictat, che sconosce anche le regole democratiche, che avrebbe veramente potuto far parte del Governo ed eleggere il presidente della Repubblica ha fatto sì che proprio quello che lui più contesta (o dice di contestare) e che considera il male della nazione (o che dice essere il male) ritornasse in auge e si riprendesse le redini del paese.

In fin dei conti sulla base di questa analisi, che certamente contiene elementi di obiettività, il D’Alema, grande stratega della “sinistra”, appare poco più di uno scolaretto, mentre il Grillo ha dimostrato di essere solo un semplice Grullo.

E poi si offende se gli danno del comico.


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