Il Grillo del Partito Unico

par Fabio Della Pergola
lunedì 14 gennaio 2013

Dialogo:

Eliminazione di tutti i partiti. Tutti” (politico), “Ma i partiti sono previsti in Costituzione” (giornalista), “La Costituzione dovrà essere perfezionata” (politico).

Questo divertente (sic) battibecco decisamente surreale (vorrei proprio vedere come si fa a eliminare il riferimento ai partiti dalla Costituzione), è avvenuto davanti al Viminale tra un politico (per quanto sui generis) e un inviato del TG1.

Potrebbe sembrare una proposta innovativa, ma sappiamo bene che non lo è. Una presa di posizione simile si è già vista in Italia con l’emanazione del Regio decreto n. 1848 del 6 novembre 1926, un testo unico di leggi di pubblica sicurezza, con il quale vennero ampliati i poteri dei prefetti che da allora ebbero la potestà di sciogliere associazioni, enti, istituti, partiti, gruppi e organizzazioni politiche.

Dal 1926 i prefetti potevano sciogliere - cioè eliminare - i partiti, ma non era obbligatorio che lo facessero. La cosa divenne effettiva, cioè effettivamente i partiti furono eliminati, con la modifica della legge elettorale del 1928, quando fu definita un’unica lista nazionale di 409 candidati scelti dal Gran Consiglio del Fascismo (un organo del partito diventato nel frattempo organo costituzionale dello Stato) da sottoporre agli elettori per l'approvazione in blocco. Da allora le elezioni furono solo una farsa clamorosa destinata a sparire definitivamente una decina di anni dopo con l’istituzione della Camera dei fasci e delle corporazioni, nel 1939.

Dal ’28 al dopoguerra quindi i partiti furono effettivamente soppressi. Possiamo dire che fu un "perfezionamento" della Costituzione, come la intende il politico (ancorché irregolare) contemporaneo? O lo dovremmo definire, più banalmente, un colpo di stato ?

Di fronte a un capopopolo che vuole essere considerato il non-segretario di un non-partito e che con tanta leggerezza afferma che la Costituzione possa essere 'perfezionata' con la pura e semplice soppressione di tutti-i-partiti-tutti, ci sarebbe da far intervenire una forza di interposizione di caschi blu. Un cordone di contenimento internazionale prima che sia troppo tardi. Oppure, semplicemente, prepararsi alla lotta di liberazione. Oppure, ancora più semplicemente, mandarlo a vaff. esattamente come lui fa in continuazione con chiunque altro.

Di Benito ce n’è stato uno e mi sembra che sia stato più che sufficiente a distruggere il paese (e anche qualcosa di più).

Con questo non si vuole certo difendere il comportamento dei politici attuali e dei partiti cui appartengono; come si potrebbe dopo aver assistito a tutto il 'teatrino' e le comparsate di decenni di ruberie, ladrocinii, inciuci e voltagabbana? Anni di zoccole e puttanieri, di balordaggini e farabuttaggini, di brogli e imbrogli. Non c'è da difendere, c'è da modificare radicalmente; c'è da distinguere (perché non è vero che tutti sono stati uguali) e cambiare.

Che è altra cosa dall'eliminare.

In Italia siamo riusciti a passare da un male (la corruzione diffusa della prima repubblica) ad un peggio (il berlusconismo); la cosa potrebbe continuare con un "pessimo". È un timore, direi confermato dal dialogo trascritto in apertura che lo rende molto concreto.

Nel grillesco "ottimismo della catastrofe" mi pare che ci sia la stessa orribile tendenza a far diventare il paese un mucchio di macerie, come già fece il Benito di cui sopra. 

Il battibecco con il giornalista è indicativo di come nella testa di questo fustigatore di costumi altrui ci sia posto solo per un bel partito unico. Del resto l'ha detto lui stesso parlando di quell'altro bel tomo della Padania: "Bossi sarebbe un magnifico dittatore. Un po' come me". E, notoriamente, chi non la pensa come il dittatore deve andarsene "fuori dalle palle".

Chi invece può essere dentro sono i 'ragazzi' di Casa Pound, centro sociale di ispirazione fascista (non semplicemente neofascista, ma proprio orgogliosamente fascista) a cui ritiene di poter dire "Avete idee condivisibili, alcune più, alcune meno". Idee condivisibili le chiama.

Per finire: "Sei antifascista o no?". Grillo: "È un problema che non mi compete".

Non gli compete. Ovviamente. Come può competere l'antifascismo a uno così?


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