Il Governo, le frequenze e la memoria di Bobo

par Daniel di Schuler
lunedì 19 dicembre 2011

Il ministro dei rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, ha annunciato che il Governo ha accolto due ordini del giorno di contenuto analogo, uno presentato dalla Lega e uno presentato dall’Idv e da esponenti del PD, che lo impegnano ad annullare la cessione gratuita delle frequenze televisive, liberate dal passaggio al digitale terrestre, secondo la modalità del “beauty contest” decisa dal precedente esecutivo, per affidarla, invece ad un’asta pubblica.

Mentre l’assegnazione delle frequenze aveva fatto incassare 4,4 miliardi di euro allo stato tedesco (più di quanto ci si aspettasse di ricavare dalla manovra sulle pensioni nella sua formulazione originale) e fatto entrare 20 miliardi di dollari nelle casse federali degli Stati Uniti, il governo Berlusconi aveva infatti deciso di regalare quelle italiane agli operatori già presenti sul mercato (RAI e Mediaset) e ad eventuali nuovi che presentassero opportune garanzie sul piano industriale.

Una lezione chiarissima, per chi non avesse ancora capito di cosa si trattava, del significato dell’espressione “conflitto d’interessi”; mentre le casse dello Stato si svuotavano ed emergeva chiarissima la necessità di chiedere sacrifici ai cittadini, il presidente del Consiglio Berlusconi regalava un prezioso bene pubblico a se stesso.

Un insulto all’intelligenza degli italiani, oltre che un vero e proprio furto ai loro danni, che si era consumato con la complicità di una maggioranza parlamentare serva dell’esecutivo e di una parte del sistema informativo che ha fatto di tutto per nascondere agli italiani quel che si ordiva contro i loro interessi.

Doverosa, ora, la decisione del governo Monti di annullare tutto.

Pure doveroso, per chi rifiuta di farsi menare per il naso, un commento sull’ordine leghista (che a titolo di esempio di quel che potrebbe rendere la vendita delle frequenze, rimarca come dall’asta tlc si siano incassati quasi 4 miliardi) e sul suo primo firmatario, l’ex  tastierista della band “Gruppo 51”, ex militante di Democrazia Proletaria (lo fu fino alla verde età di 34 anni) e, soprattutto, ex ministro degli Interni, Bobo “Immemore” Maroni.

Si accorgono solo ora di quanto essi stessi hanno contribuito a fare, in nostri simpatici politicanti verdevestiti? Era il peso delle corna sull’elmo che non consentiva loro di pensare con chiarezza, quando hanno consentito a Berlusconi di prendersi quel che voleva?

E Bobo, miglior ministro degli interni nella storia dell’universo, che faceva? Il palo, mentre l’amichetto dell’Umberto portava a termine il suo colpo?

Soprattutto: in quanti casi, negli anni passati al governo ed i suoi, la Lega, per comodità o per pura vigliaccheria, ha anteposto gli interessi di Silvio Berlusconi a quelli dei cittadini italiani? Di tutti gli italiani; padani, fino ad eventuale ed assai improbabile secessione, assolutamente compresi.

Contestino pure Monti con le loro pagliacciate i parlamentari della Lega (ciccini, se era così facile far di meglio, perché non lo avete fatto? Se avete qualche ricetta miracolosa per risolvere altrimenti i nostri problemi, perché non ce la rivelate?); qualunque cosa dicano i sondaggi, non posso credere, se le acque dell’Olona non si trasformano miracolosamente in quelle del Lete, che gli elettori del nord siano disposti a perdonare loro tutti i peccati commessi in questi anni di governo.

Lo facessero meriterebbero tutta la nostra comprensione; tutta quella che si deve a chi sia talmente maridotto da non riuscire a comprendere che ci si sta prendendo gioco di lui.


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