Il Governo dice che siamo in ripresa. Ma come?

par Professional Consumer
sabato 17 agosto 2013

Non v'è chi non veda la produzione industriale in caduta libera negli ultimi 10 anni: il crollo delle aziende italiane tra il 2002 e il 2012 è stato del 17,8%. Rispetto al 2007, ultimo anno prima della crisi, il risultato del 2012 peggiora ulteriormente scendendo al -20,7%. 

Questo è quanto emerge dai dati contenuti nelle tabelle dell'Istat sull'attività delle imprese industriali, elaborate dall'Adnkronos. Eggià, le attività manifatturiere, in un decennio, hanno ridotto la produzione industriale del 19,4% e, negli ultimi 5 anni, del 21,3%.

Tornando ai numeri della produzione industriale, nel complesso, c'è stato un leggero incremento degli ordinativi che, in 10 anni, sono aumentati dell'1,6% mentre c'è stata una contrazione del 18% rispetto a cinque anni prima. Anche il fatturato segna un forte calo nell'ultimo periodo (-8,8%), mentre dal confronto con il 2002 emerge un incremento del 9,4%.

Segnali negativi arrivano anche dal lavoro con l'occupazione nelle grandi imprese che, rispetto al 2002, è diminuita del 16,2%.

L'analisi anno per anno evidenzia che il calo è stato continuo e costante, senza impennate nel periodo della crisi. Si riducono anche le ore lavorate per dipendente, che segnano un calo dell'1,4%. Non conosce segni negativi, invece, il costo del lavoro che dal 2002 al 2012 aumenta del 34,7% per dipendente.

Ricapitoliamo:

Appunto, quattro decimi di punto e l'inflazione quanti decimi ha sottratto a quegli aumenti?

Beh, lasciamo perdere!

Non lasciamo perdere: negli ultimi due decenni, evidenzia il rapporto, "la spesa per consumi delle famiglie è cresciuta a ritmi più sostenuti del loro reddito disponibile, determinando una progressiva riduzione della capacità di risparmio. Complessivamente dal 2008 il reddito disponibile delle famiglie è aumentato del 2,1 per cento in valori correnti, ma il potere d’acquisto (cioè il reddito in termini reali) è sceso di circa il 5 per cento".

Nel 2012 la spesa media mensile per famiglia è stata pari, in valori correnti, a 2.419 euro, in ribasso del 2,8% rispetto all’anno precedente. Lo rileva l’Istat, precisando che la spesa è fortemente diminuita anche in termini reali (l’inflazione lo scorso anno era al 3%).

Beh, a conti fatti, si sta come d'autunno sugli alberi le foglie.

Eppure, dal Governo arrivano sprazzi di ottimismo sulla congiuntura economica: “Siamo al punto di svolta del ciclo” dice Saccomanni.

Già, ma a fronte di una spesa aggregata, che quando non decresce langue e disgrega la domanda, come farà a crescere l'economia?

 

Foto: Fabiana/Flickr

 

 

 

 

 


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