Il Giornale si vendica di Libero: l’attentato a Belpietro era una bufala
par WilNonleggerlo
martedì 28 dicembre 2010
Questa è grossa, cari miei. Il Giornale di oggi è uscito con un ordigno pronto ad esplodere, prima pagina di fuoco, e a farsi male saranno in parecchi. L'attentato subito da Maurizio Belpietro esattamente 3 mesi fa sarebbe in realtà una bufala, una montatura, un'invenzione del Capo Scorta. Ed i Pm sarebbero pronti ad incriminarlo. Il Capo Scorta. Zero prove. Zero video. Zero riscontri. E troppe incongruenze. Ora, come ben sapete noi di Nonleggerlo siamo stati i primi ad elencare le anomalie di quel misterioso attentato, ma che quegli scritti trovassero la prima, grossa conferma tra le pagine del Giornale, beh, questo non me lo sarei mai aspettato.
Dinamica giornalistica clamorosa. Ma soprattutto, strana. Infatti dietro a questa rivelazione non c'è la volontà di informare, di fare chiarezza su uno dei casi più controversi dell'anno, macché: oggi Alessandro Sallusti - neo direttore del quotidiano della famiglia Berlusconi - ha semplicemente voluto - o dovuto - vendicarsi della dipartita di Vittorio Feltri, il diktat farla pagare a Feltri, Belpietro e Libero. In un colpo solo. Come sapete l'improvvisa fuga del Vittorio dalla direzione del Giornale ha generato secchiate di risentimento, vagonate di veleno, in zona via Negri. Il quotidiano si è trovato di colpo depotenziato e con un rivale agguerrito in più, e questo nel momento più difficile: difatti tra Feltri ("Il Giornale mi sta già sui coglioni") e Sallusti ("Potevi curarti con altre medicine") la tensione è subito salita ai massimi. Una rottura brutta, tesa e violenta. Presa male pure dall'editore finale.
Ma oggi no. L'articolo del Giornale è una mannaia, un tripudio di ceffoni che si abbatte sulla faccia di uno sconvolto Belpietro: certo, magari il Direttore di Libero non avrà alcuna responsabilità nei deliri di quel Capo Scorta, ma se davvero la Procura dovesse certificare il bluff - e ci siamo quasi - per la non-credibilità di Libero e Belpietro (e Feltri) sarebbe la fine. Per l'occasione avevano rievocato gli Anni di Piombo, martirizzato Renato Farina, sbranato Facebook ed incriminato i soliti mandanti morali - politici e giornalisti scomodi - mentre Belpietro raccontava ad ogni media il suo status di "Prigioniero politico". Ora c'è solo una figura fecale grande come una montagna ad attenderli. E al Giornale, godono.