Il Giornale: "Pertini all’Avanti fece peggio di Lavitola"

par Andrea Sironi
mercoledì 21 settembre 2011

La memoria di un Paese e il giornalismo italiano hanno subito l’ennesimo duro colpo.

Il 18 settembre, un editoriale di Marcello Veneziani sulle pagine de Il Giornale dal titolo “Pertini all’Avanti! fece peggio di Lavitola”, segna il passo di uno pseudo-giornalismo dedito alla strenua difesa dell’indifendibile. Secondo Veneziani, Lavitola all’Avanti! è nulla rispetto a quello che scrisse Sandro Pertini – allora capogruppo in Parlamento del Partito Socialista – riguardo l’esaltazione della figura di Stalin.

L’Urss e Stalin – a quei tempi – erano vissuti come una “realtà” che con venti milioni di morti aveva salvato l’Europa dal nazismo. Marcello Veneziani questo non lo scrive, per mero opportunismo e spasmodica difesa del suo padrone, Silvio Berlusconi.

Gettare fango su una figura politica imponente, quale è quella di Pertini, è aberrante. L’intento di far credere che tutti i politici alla fine sono uguali, è un gioco sporco, squallido, che non fa onore al Paese e al giornalismo, quello serio e libero.

Sandro Pertini non per niente è ricordato da tutti come il Presidente più amato dagli italiani, in quegli anni caratterizzati da una situazione sociale estremamente difficoltosa, addirittura cruenta dovuta anche alla presenza del terrorismo.

Partigiano, protagonista di una energica opposizione al fascismo, senza dietrologie, senza interessi, senza quella proposizione di corsa al potere, soltanto una grande carica umana, una forte impronta personale, questo è tutto quello che ha rappresentato agli italiani. Pertini come sinonimo di solidarietà e giustizia sociale, sinonimo di impegno nella costruzione quotidiana della Pace, della difesa della libertà, valori mai come in questo momento attuali e necessari, in un Paese che deve guardare al futuro senza mai scordare il suo migliore passato.

Caro Veneziani, non conosci la libertà, sei vittima inconsapevole di un padrone che con forza costringe un Paese in una soffocante morsa di qualunquismo degenerante. Caro Veneziani, scrivi pure pagine di giornalismo schiavo del padrone, rimpinguati pure le tasche di denaro, ma lascia in pace persone che hanno fatto dell’onestà il loro obiettivo di vita, persone che hanno dato tutto quello che potevano al Paese Italia, come la credibilità, l’onore e la stima.

Cose d’altri tempi, che voi non riuscirete mai a comprendere, perché siete delle semplici pedine di un sistema malato, orrendo e torbido, privo della ben che minima purezza intellettuale.


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