Il Fanghetto Quotidiano

par Fabio Della Pergola
giovedì 2 gennaio 2014

Continua l'aggressione del Fatto all'Unità. Questa volta scende in campo Marco Travaglio.

Non è chiaro perché si agitino tanto, ma i titoli dei loro articoli sono indicativi di un livore inspiegabile: prima il diffamante "L'ombra di Lavitola su l'Unità" poi un demenziale "L'Unitola". Cerchiamo di capirci qualcosa ricapitolando le questioni varie che stanno coinvolgendo quel po' che resta della stampa di sinistra.

A partire prima di tutto dal nuovo azionista di riferimento della NIE, l’editrice dell’Unità, dove a fine settembre si insedia un giovane imprenditore - Matteo Fago - che ha avuto un grande successo, come in un film americano, lavorando in un garage con qualche amico ad una piattaforma web sulla prenotazione on line di alberghi e viaggi. Si chiamava Venere.com e, quando è stata venduta al colosso del turismo Expedia, ha fruttato al nostro un tot di soldi in contanti e forse anche un tot di royalties per ogni giro di manovella del suo sistema.

Credo che le cose siano andate più o meno così. In ogni caso, sta di fatto che Matteo Fago, di cui ho già parlato, non è uno speculatore finanziario con interessi strani e indicibili, frutto di indicibili intrallazzi, ma un giovanotto che ha investito i soldi guadagnati con la sua mente sveglia in un quotidiano della sinistra in stato comatoso da tempo, oltre che in una coraggiosa casa editrice d'avanguardia. Uno che investe in giornali e libri.

Cioè soldi in cultura anziché in ballerine di facili costumi e botti di champagne, come fanno i nuovi ricchi dall’animo berlusconiano. E tutto ciò parla di una persona capace, onesta, e anche seria. E magari culturalmente impegnata. Insomma, avercene di gente così.

Poi pare che sia anche vicino al noto Massimo Fagioli, a suo tempo elencato fra “i più illustri psichiatri del Novecento” da “Classe medica” (Anno II, n. 9, pag. 57), che da quarant'anni fa psicoterapia di gruppo gratuitamente. E scusate se è poco.

Tutte caratteristiche che a qualcuno evidentemente fanno schifo. A destra, pensereste.

Macché: a sinistra. Cioè proprio là dove un povero ingenuo penserebbe di trovare tappeti rossi e valanghe di apprezzamenti per bravura, onestà, capacità, serietà e totale assenza di oscuri intrallazzamenti. Cioè per la limpidezza dei protagonisti.

Invece queste benedette caratteristiche che uno cerca da una vita senza trovarle mai, se non appunto in gente come Fago o Fagioli, fanno senso - roba da non credere - proprio a sinistra.

Oltre che a Grillo - che da tempo ha messo alla gogna proprio i giornalisti de l’Unità colpevoli di criticarlo - a Farinetti - il boss di Eataly, famoso per essere amico dell’ex-margheritino (cioè democristiano) Matteo Renzi e per pagare i suoi dipendenti 8 (dicasi otto) euro lordi l’ora i suoi dipendenti rigorosamente precari; e ora anche al Fatto, che già ai primi sentori di cambiamento al timone della NIE se ne uscì con un mucchio di balordaggini che costrinsero Matteo Fago a ripetute smentite proprio al giornale di Antonio Padellaro e Marco Travaglio.

L’uno, Padellaro, che da direttore dell’Unità usufruiva ai suoi tempi di contributi pubblici stellari, più o meno il doppio di adesso (basta leggere su Wikipedia) anche se ora fa il duro e puro; e c'è da chiedersi da dove verranno mai i buchi di bilancio stratosferici che l’Unità ha accumulato negli anni se non dalla sua storia, di cui anche Padellaro fa parte?

E l’altro, Travaglio, che - dopo gli studi dai salesiani - ha imparato a scrivere sulle scrivanie de Il Giornale di Montanelli che di lui disse “È un Grande Inquisitore, da far impallidire Vyšinskij, il bieco strumento delle purghe di Stalin”. Ha imparato il mestiere cioè alla stessa scuola - e si vede - dove ora agisce indisturbato quell’Alessandro Sallusti che quando si tratta di infangare qualcuno non si ferma davanti a niente.

Uno che, inoltre, ha dichiarato di essersi entusiasmato a suo tempo per Ronald Reagan e Margaret Thatcher, che avrebbe volentieri votato per la Merkel se fosse stato tedesco o per Chirac se fosse stato francese (tutto nero su bianco in un libro-intervista di Sabelli Fioretti).

Ma che, essendo italiano, non ha esitato a votare perfino per la più ignobile banda di demenziali e repellenti populisti, razzisti e plurinquisiti: quelli del “cerchio magico” e delle "ampolle del dio Po" chiamati Lega (tutto nero su bianco su Wikipedia, dove viene anche ricordata la sfilza di condanne definitive per diffamazione che il nostro ha rastrellato nel corso degli anni).

E da uno che ha votato per la Lega adesso dovremmo sorbirci degli sproloqui, apparentemente ironici, in realtà così squinternati da fare un po' impressione ("c'è chi già immagina la nuova testata: “AvantiUnità! Giornale fondato da Antonio Gramsci, ma solo da Lavitola in su”; ma siamo sicuri che quest'uomo stia bene?).

Insomma Padellaro e Travaglio, il Gatto e la Volpe della “sinistra” italiana, che atteggiandosi a grillini e cavalcando l’onda lunga sollevata dall’ex comico e dai suoi Vaffa Day, hanno rastrellato lettori come ogni mestierante populista sa fare.

Ma adesso vediamo la "cultura" che hanno messo in moto. Palate di fango a schizzare gente che investe in quotidiani storici della sinistra, avendo in animo di restituirli a una sinistra libera dal condizionamento dei partiti ("non voterò mai Renzi" ha dichiarato Fago, pur sapendo che aria tirava in casa PD) e libera soprattutto da una cultura che di sinistra non ha più niente.

Esattamente come Travaglio, che di sinistra non ha e non ha mai avuto niente e si vede da come rotea il suo giornalistico manganello, usando inchiostro all’olio di ricino in piena libertà e in assoluta coerenza con la sua dichiarata appartenenza culturale alla “destra”.

In piena concordanza di suoni e argomenti, e naturalmente anche con le stesse infamie, sparate in contemporanea anche dai suoi colleghi - di professione e di passione politica - del Giornale e di Libero.

Belle accoppiate, verrebbe da dire: la destra berlusconiana e la destra che, grazie al viatico antiberlusconiano, si è insinuata nel mondo opposto dove è stata accolta a braccia aperte da una sinistra tanto ottusa quanto suicida.

E’ evidente che all’Unità sta succedendo qualcosa di notevolmente innovativo e per questo al Fatto si scaldano tanto, vanno in ebollizione e riempiono pagine su pagine di vuoto mentale e di escrementi verbali. Cioè danno i numeri.

Perché gente che preconizza complicità tanto fantasticate quanto inesistenti fra l’Unità e Lavitola non è altro che gente dalla mentalità a dir poco fangosa, se spara titoloni infamanti non avendo in realtà niente da dire se non che l’ad della NIE, Fabrizio Meli - che dio lo strafulmini - si è venduto quatto quatto un tot delle sue azioni di minoranza a una ex senatrice berlusconiana.

Insomma, barracuda di palude, gente maleodorante.

Ma il tutto è segno evidente che le innovazioni all'interno del quotidiano storico della sinistra sono assai significative e niente affatto trascurabili. E questa per noi è un'ottima notizia.

Quindi, buon anno all'Unità!

 

 


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