Il Diritto di essere Omofobi

par Enea Melandri
venerdì 1 aprile 2011

L'Onu si appresta ad approvare una Risoluzione in difesa della comunità LGBT.
 
Dopo la prima, firmata da 65 paesi, la Colombia ne ha presentata un'altra, sostenuta stavolta da ben 85 nazioni, forse più vaga ma per questo più dura, in cui chiede di porre fine alle “violenze e alle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere delle persone”.
Al momento Cina e Russia l'hanno sostanzialmente snobbata, ma indovinate un po' chi invece l'ha attaccata apertamente?
 
Ovviamente lui, il Paese dell'Amore Universale e Divino, lo Stato del Vaticano. A difesa degli omofobi, l’arcivescovo Silvano Tomasi, dell’Osservatorio permanente presso le Nazioni Unite, che ritiene l'essere contro l’omosessualità un 'diritto umano fondamentale'.
 
Ora, riflettiamo un attimo.
 
Da sempre, da quando curo il mio blog (che a proposito il 25 marzo scorso ha compiuto un anno, auguri e grazie a tutti, ndr), difendo la libertà di pensiero e di espressione degli individui, per cui l'essere 'idealmente' omofobi rientra certamente in quest'ambito, purché ci si fermi alle legittime opinioni personali, senza oltrepassare il limite della violenza, fisica o verbale. E per questo concordo con il prelato Tomasi.
 
Ma qui la questione è politica: ci sono paesi in cui l'omosessualità è reato penale, in cui i gay vengono torturati o condannati a morte, a loro sono preclusi percorsi di studio o lavoro.
 
E' questa l'omofobia da estirpare, che fa arretrare ed involvere la società.
 
Inoltre, ci pensi un attimo Tomasi, se essere contro l'omosessualità è un diritto fondamentale, anche esserlo contro i cristiani lo è. Con la differenza che io non inneggio a tutti quei paesi in cui i cristiani vengono bruciati vivi.

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