Il Crocefisso in Italia

par Mauro Martini
martedì 22 marzo 2011

Riprendiamo una news breve, della sentenza della Corte Europea, pubblicata su Agoravox il 18 Marzo, e relativa all’esposizione del Crocefisso in Italia; a questa va aggiunta, per completezza di cronaca, una sentenza italiana, di qualche giorno prima.

E’ una notizia battuta il 14 marzo dall’Ansa: la Cassazione ha rigettato la richiesta del giudice di pace di Camerino, Luigi Tosti di esporre la Menorah nei luoghi pubblici.

Il magistrato si era rifiutato di celebrare i processi che gli erano stati assegnati, almeno fino a quando non fosse stata rimossa la "minaccia" del Crocefisso.

La Suprema Corte ha sentenziato che il Cristo non è una minaccia ed ha lasciato al legislatore la discrezionalità di accogliere o meno le richieste di esposizione di simboli religiosi diversi da quello cattolico.

A noi sembra che la questione non sia religiosa, ma profondamente culturale. La richiesta del magistrato, evidenzia una mancanza di considerazione per il contesto sociale in cui viviamo.

Infatti essendo elementi attivi di una democrazia, dovremmo renderci conto che la volontà della maggioranza è quella che decide come indirizzare la vita comune.

 

E' l'esempio di un parlamento che lascia le scelte governative ai partiti votati dalla maggioranza, appunto, degli elettori.

Perché mai, in un paese a maggioranza cattolica, il Crocefisso deve rappresentare un elemento di contrasto, quando esprime la volontà dei più?

Sembra pacifico che in un paese sia esposto il simbolo religioso più rappresentativo del sentimento popolare.

Così il Giudice Tosti: "Io ho chiesto che venisse esposta la menorah ebraica perché rivendico gli stessi diritti e la stessa dignità dei cattolici. Gli ebrei non sono essere inferiori" (Fonte:TMNews). Affermazione che è di difficile da condividere; non sembra che l'Italia, con le sue moschee e sinagoghe, sia così irrispettosa delle altre sensibilità religiose.

Anche da non credenti, si fa fatica a capire l’avversione verso un "Cristo", in cui tante persone, la maggioranza di esse, ripongono sincera e profonda "Fides".

Quella di Gesù è una figura universale con un valore oggettivamente riconoscibile.

Infatti, credenti o non credenti, sia i Vangeli sinottici che quelli apocrifi, narrano sempre di una persona, o di un Dio, che compie solo gesti di amore. Se giudicarli miracoli o meno, è lasciato a ciò che ognuno di noi “crede”.

Il rispetto per la sensibilità altrui è alla base della convivenza civile.Riusciremo mai ad andare oltre noi stessi?


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