Il Caudillo di Arcore e la Costituzione. Antonio Di Pietro aveva ragione

par freesud
mercoledì 11 febbraio 2009

Il Presidente Napolitano, Veltroni e i media nazionali iniziano a mostrare interessanti segni di risveglio. L’ennesimo violento attacco alla Costituzione perpetrato da Silvio Berlusconi li ha finalmente scossi. Napolitano rifuta di firmare il decreto sul caso Englaro. Veltroni parla di “disegno scellerato e autoritario” da parte del Premier.

Eugenio Scalfari chiede di “rompere il silenzio” avvertendo che “la democrazia è in bilico” ed evidenziando un parallelismo tra Mussolini e Berlusconi. Il Corriere della Sera scrive che Berlusconi è andato “oltre ogni misura” definendo “sovietica” la Costituzione sulla quale ha giurato. In realtà è da 15 anni che il Caudillo di Arcore violenta la Costituzione con: il Lodo Maccanico-Schifani, la legge Pecorella, il falso in bilancio, il decreto salva-Rete4, il Lodo Alfano, la controriforma sulla giustizia e la perversa limitazione delle intercettazioni.


In questi anni troppi di coloro che avevano il compito di controllare e difendere la democrazia sono stati in silenzio tollerando e facendo finta di niente. Piazza Navona e Piazza Farnese avevano ragione. Antonio Di Pietro aveva ragione. La linea politica di fermezza attuata dall’ Italia dei Valori si è confermata la più adeguata dinanzi all’enorme incompatibilità tra Berlusconi e la Costituzione italiana. Adesso Veltroni e il Pd si assumano le proprie responsabilità e intraprendano posizioni di contrasto e di opposizione appropriate. Chiediamo troppo?

 


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