Abu Bakr al-Baghdadi, il Califfo del Mossad

par Fabio Della Pergola
lunedì 25 agosto 2014

Il deputato a Cinque Stelle Di Battista un po’ di ragioni ce l’ha.

In fondo tutti sanno che la guerra in Iraq, la seconda guerra, quella che Bush figlio si è inventato per motivi che probabilmente solo uno psichiatra potrebbe spiegare, ha creato nel paese un vuoto che ha fatto esplodere tutti i contrasti interreligiosi sopiti fin dai tempi dell’Impero Ottomano.

Questo non vuol dire che con il Califfato islamico si possa davvero “dialogare” come lui invitava a fare. Tanto meno si può affermare che l’ISIS sia disposto a dialogare.

Davanti all’esplodere delle contumelie, in parte comprensibili in parte decisamente ignobili che si sono riversate sul povero Dibba, ecco che il Movimento è corso ai ripari. Per dimostrare che anche gli imperialisti americani dialogano con l’Isis. Di più, che l’hanno anche foraggiato.

Così un non meglio precisato Zod Volkov che sulla sua pagina facebook dichiara di essere del Movimento Cinque Stelle, ha pensato bene di pubblicare un paio di foto dove si vede il senatore americano John Mc Cain (riconoscibilissimo) con un po’ di personaggi che si suppone militanti della resistenza siriana anti Assad (la foto è stata scattata il 27 maggio del 2013 a Idlib, in Syria, nei pressi del confine turco).

Due di loro sono cerchiati e vengono indicati i nomi: uno è (sarebbe) l’addetto stampa dell’ISIS, recentemento ucciso dai governativi siriani (qui accanto nella foto). L’altro è (sarebbe) nientemeno che l'Emiro del Califfato Islamico in persona, Abu Bakr al-Baghdadi. Entrambi in piacevoli conversari con il senatore repubblicano.

Le foto sono corredate da un paio di didascalie esplicative che rimandano a due diverse trasmissioni televisive; la prima è un servizio della BBC che mostra la visita di McCain. La seconda è un video ripreso da youtube che rimanda ad una trasmissione della CNN dove un certo senatore Paul Rand dice: “We armed ISIS' allies in Syria to fight them in Iraq”. Frase che il nostro grillino traduce, a me pare un po’ approssimativamente, con “abbiamo finanziato l'ISIS insieme agli alleati".

Più correttamente il senso dovrebbe essere “Noi abbiamo armato gli alleati dell'ISIS 'in Siria per combattere contro di loro in Iraq”. Che sembra essere una condivisibile polemica sulla altalenante strategia americana, ma un po’ diversa dall’ammissione di aver finanziato direttamente l’ISIS. Che, secondo la vulgata corrente riceve invece soldi dai sauditi e dal Qatar, casomai (e il resto di centinaia di milioni di dollari se l'è preso dalla banca di Mosul).

Ma è fuori di discussione che gli USA (ed altri) abbiano finanziato ed aiutato i ribelli siriani anti Assad, prima di cominciare ad avere qualche ripensamento. Ripensamento cominciato probabilmente dopo che Assad ha rinunciato ai suoi armamenti chimici, come gli israeliani ovviamente pretendevano.

La domanda che a questo punto è d’obbligo: McCain lo riconosciamo, ma chi ci dice che i due siano davvero Abu Mosa e al-Baghdadi (nella foto segnaletica qui accanto)? In effetti le foto che si trovano in rete dei due miliziani dell’ISIS assomigliano un po' ai signori nella foto di gruppo con McCain; ma, insomma, potrebbero essere loro come potrebbero anche essere altri.

Mentre cercavo l'originale della foto mi sono imbattuto in un sito turco, l'Islam Invitation Turkey, vicino a Hezbollah, che il 16 di luglio ha pubblicato un presunto documento della NSA (sono i famosi documenti trafugati e resi pubblici da Edward Snowden) in cui si legge che “Abu Bakr al-Baghdadi - l’Emiro a capo dell’Isis - ha avuto addestramento militare intensivo per un anno intero a cura del Mossad, oltre a corsi di teologia e di oratoria in pubblico".

Ma già il 15 luglio anche il Gulf Daily News, quotidiano del Bahrain, aveva pubblicato la stessa notizia, secondo la quale Snowden avrebbe affermato che l'unica soluzione per la protezione dello stato ebraico è creare un nemico vicino ai suoi confini". Non se ne capisce il motivo, ma così sostiene il giornale (degli originali di Snowden però non c'è traccia).

E ancora prima, l'8 luglio, l'agenzia di stampa iraniana, la Fars News Agency aveva pubblicato la notizia che, secondo un esperto di medioriente russo intervistato dall'emittente La voce della Russia, Vyacheslav Matuzov, al Baghdadi era al soldo della CIA (ma qui non si fa alcun riferimento alle rivelazioni di Snowden).

Più tardi, il 19 luglio, la notizia è apparsa su un sito americano, Infowars di Alex Jones, un noto complottista a stelle e strisce. Il sito mette le mani avanti per l’impossibilità di verifica della fonte, attribuita anche qui a Edward Snowden; anche qui si sosteneva che al Baghdadi non solo sarebbe stato un collaboratore dei servizi occidentali e israeliani, ma che “all'inizio di questo mese Nabil Na'im, il fondatore del Partito Democratico della Jihad islamica ed ex comandante in capo di al-Qaeda, ha detto alla stazione televisiva pan-araba di Beirut al-Maydeen che tutti gli attuali affiliati ad al-Qaeda, compreso l'ISIS, lavorano per la CIA”.

Basta poco e da "uno spione" in breve si passa a "tutti spioni".

Ma non finisce qui perché - continua il testo pubblicato - “Le prove circostanziali suggeriscono che al-Baghdadi potrebbe essere stato controllato mentalmente mentre era prigioniero dei militari degli Stati Uniti in Iraq" (sarebbe stato catturato a Falluja nel 2004, ma poi rilasciato).

Ma è sufficiente che la notizia cominci a circolare perché la questione prenda una svolta improvvisa e ancora più radicale.

Mentre infatti un blog francese - considerato "complottista" ma informato - ancora a giugno si affannava a definire al Baghdadi un iracheno "al servizio dei sauditi", secondo un altro blog francese filoislamista, Croach (e qui siamo al 3 di agosto), l’Emiro non è altri che un ebreo di nome Simon Elliot (un nome che più anglo non si può, ma ebraizzato in Shimon) che sarebbe un agente operativo del Mossad stesso, di cui si fanno vedere come al solito le foto che confrontano al Baghdadi con l’agente dei servizi israeliani. Come se l’immagine di due sconosciuti fossero realmente una prova.

Nota a margine: l’autore di questo articolo è un certo Astu Bardamu, già noto per aver pubblicato a fine luglio un altro pezzo sui tre ragazzi israeliani rapiti e uccisi, secondo lui, da “un altro adolescente israeliano”. Per dire di che tipo di informazione fa.

La fonte dello scoop, indicata in fondo all’articolo, è Radio Ajyal che, indovinate un po’, è un’emittente di Ramallah, in Cisgiordania; che ha postato la notizia anche su facebook già il 29 luglio; e qui c'è un'altra novità perché l’emittente palestinese tira in ballo l’Iran, che non poteva mancare, dunque, nel gran calderone mediorientale.

La velina palestinese è confermata anche da un lancio dell’agenzia di stampa egiziana Egy Press che il giorno prima, il 28, pubblica: «con il supporto di foto, una bomba mediatica iraniana scopre la vera identità del Califfo dell’ISIS, il sionista. L'intelligence iraniana ha scoperto la vera e identità dell'Emiro, che è conosciuto con il nome di Abu Bakr Al Baghdadi; Il suo nome è Elliot Shimon. Il suo ruolo nel Mossad: agente segreto dello spionaggio sionista. Il suo alias è Ibrahim ibn Awad Ibrahim ibn Al Al Badri Arradoui Hoseini. Il piano: entrare nel cuore militare e civile dei paesi che vengono ritenuti una minaccia per Israele, al fine di distruggerli per facilitare successivamente la presa di potere dello stato sionista su tutta l'area del Medio Oriente, al fine di stabilire la Grande Israele».

Quindi dall'Egitto (ma che tendenza abbia l'Egy Press non saprei dirlo) viene la notizia che i servizi iraniani hanno indicato nell'Emiro un ebreo del Mossad e si indicano gli obiettivi di tale operazione coperta.

Sul sito francese troviamo anche l’immagine del Vicino Oriente con il tracciato della presunta Grande Israele. Che si direbbe più “enorme” che “grande”. Può darsi che l’intenzione in qualcuno ci sia, di esaltati è pieno il mondo, ma non pare un progetto granché fattibile. Né sono sicuro che ci sia alcunché di biblico nella logica che vede la Grande Israele dal Nilo all'Eufrate (al più quello che si può dedurre dalla cartina che allego in fondo).

Immancabilmente la notizia francese è rilanciata dal Veterans Today, sito di un altro super complottista, Gordon Duff, già a lungo impegnato su tutte le vicende più note, come il già citato Alex Jones: dall’assassinio Kennedy, all’attentato di Oklahoma City, allo sbarco sulla luna, alle “migliaia” di astronauti morti nelle imprese spaziali, alle armi a raggio energetico, fino all’immancabile questione delle Twin Towers. Anche se Duff ha “apertamente ammesso che una percentuale significativa di ciò che viene pubblicato su Veterans Today è disinformazione”. Cioè imbrogli studiati a tavolino per chissà quali motivi.

Ed è proprio da Veterans Today che la notizia viene ripresa, complicando ancor più le cose, dalla redazione della Radio Iraniana IRIB (o almeno dalla sua redazione italiana): ma solo l'8 di agosto.

In ogni caso la storia comincia a diffondersi nella sua nuova versione fino a dilagare alla fine della prima settimana di agosto, quando viene rilanciata un po' ovunque.

Nei dodici giorni (per quello che sono riuscito a ricostruire) tra il 16 e il 28 di luglio l'accusa si è arricchita parecchio. Che si tratti di un complotto ora non può più essere smentito: sembra essere una grande bufala preconfezionata a Teheran, ma la diffusione in rete sancisce la sua "indiscutibile verità". La versione francese, presa dalla radio palestinese, che rilancia la velina iraniana, che completa l’informativa del sito turco, che è sbarcata in America, fanno un quadro inestricabile.

Ma la verità di quello che si afferma è indimostrabile. La credibilità, nulla al momento. La fonte? E' indicata da alcuni nei file di Snowden. Palestinesi ed egiziani indicano l’Iran.

Che ha molte e buone ragioni di temere una forte e ingestibile formazione globalizzata e armata di tagliagole sunniti che si sono già impadroniti di mezzo Iraq (governato finora dallo sciita al-Maliki) e di mezza Siria (governata finora dall’alawita, filosciita, Assad). Ma, nello stesso tempo, non può che gettare discredito come può sul Piccolo e sul Grande Satana di sempre.

Il risultato finale è che, piano piano, il complottismo, ha girato il mondo ed è arrivato anche da noi, grazie a vari siti web che hanno già definito un falso - poteva mancare? - anche la decapitazione del giornalista americano (con tanto di ricostruzione grafica di un ipotetico studio di registrazione tv della CIA. Ma non sarebbe la prima volta che degli occidentali vengono uccisi in quel modo; perché questo particolare assassinio dovrebbe essere falso?).

Poi ci sono i prodi blogger a Cinque Stelle, già noti per bersi di tutto (dalle scie chimiche ai chip sottopelle, dal falso sbarco sulla luna alla cospirazione sull'11 settembre).

A parte la manifesta insostenibilità, per uno stato piccolo come Israele, di occupare un territorio così vasto e abitato da decine di milioni di arabi ostili (quando non ha fatto una gran riuscita nemmeno contro Hezbollah se non ricordo male, né riesce ad aver ragione di Hamas e senza dimenticare che nemmeno gli americani sono riusciti a "pacificare" l'Iraq). A parte quindi l'improponibilità del progetto, mi limiterei a porre una domanda: è passato un mese da quando sono cominciate a circolare le voci sul presunto asservimento di al Baghdadi all’occidente; e poco meno da quando è stato dichiarato ebreo sionista. E’ notizia che gira in tutto il mondo. Il complotto è stato smascherato e la sua testa potrebbe essere già da qualche parte a rotolare nel deserto, sospinta dai venti caldi del sud.

Perché quindi l'ISIS non coglie l'occasione per rinunciare allo scontro, in modo da far naufragare e fallire sul più bello il piano malvagio dei perfidi sionisti? Quale miglior momento per dare una bella stoccata al progetto imperialista ordito dai soliti "saggi di Sion", sciogliendo l'armata e dedicandosi ad altro?

Forse da soli non l'hanno capito. Che Di Battista vada a dirglielo, perbacco.

P.s.: (nel frattempo razzi arrivano sulle città israeliane anche dal Libano e dalla Siria).

 

Varie interpretazioni del racconto biblico in merito all'estensione del Regno di Re David. Inutile aggiungere che non c'è alcuna estensione paragonabile a quella suggerita dai complottisti di vario colore né che tutte le interpretazioni sono d'accordo nel delineare la stessa area. E' opportuno ricordare che gli storici considerano il Regno di David un episodio mitico, non suffragato da prove archeologiche o testuali extrabibliche.


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