Il Barcellona ucciderà il centravanti

par Jvan Sica
venerdì 16 marzo 2012

Un calcio nuovo non è un pranzo di gala, direbbe qualche nostalgico. Le nuove idee che diventano tattica e movimento creano vittime e portano con sé cambiamenti da cui è difficile tornare indietro.

L’Ajax degli anni ’70 ha ideato un nuovo pensiero nella distribuzione delle funzioni e dei compiti tra i calciatori in campo. Questo ha creato le basi per lo sviluppo di una capacità multiruolo dei calciatori, abbinata ad una competenza fisica e tecnica che va al di là delle impostazioni calcistiche tradizionali. Ma questa grande trasformazione ha comportato prima di tutto la morte delle ali. Prendendo l’Ajax come esempio che giocava con due falsi ali, Rep e Keizer, il concetto delle ali classiche è andato spegnendosi, molto lentamente ma in modo costante. Oggi chi chiede ancora dove è finito il classico numero 7 italiano, vuol dire che deve aggiornare un po’ il suo database.
 
Il Milan di Sacchi ha preso l’esperienza del calcio nord europeo e lo ha calato in una realtà differente. Sacchi è riuscito a far muovere la squadra in simbiosi, chiedendole di diventare più corta possibile sia in fase difensiva che di attacco. Questa idea partiva da una nuova morte: quella dei due centrali di difesa con compiti differenti. I due centrali difensivi da Sacchi in poi hanno entrambi gli stessi compiti in zone di campo diverse.
 
E nel nostro snocciolare squadre rivoluzionarie si arriva all’oggi, al Barca che tremare il mondo fa.
 
Cosa ha di nuovo questo Barca lo abbiamo spesso detto: come Sacchi ha preso da Michels, così Pep ha preso da Sacchi, facendo un passo più in là, riuscendo a creare un’armonia di gioco intorno al recupero qualitativo del pallone.
 
Ma parlando del tema, il Barca cosa sta ammazzando? Il centravanti.
Nel gioco del Barcellona non può esistere un giocatore monofase, che non crea profondità con i movimenti ad entrare e uscire dall’area di rigore, che non sappia tecnicamente gestire le fasi di passaggio e ricezione in velocità della palla. Un numero 9 nel Barcellona non può giocare, tanto che il tentativo di inserire un 9 comunque spurio nel gioco del Barca come Ibrahimovic non ha portato grandi frutti.
 
Poiché i cambiamenti delle squadre rivoluzionarie hanno posto le basi per trasformazioni lente ma ormai definitive (in Mongolia non gioca nessuno col libero), aspettiamoci la lenta fine del centravanti, per un calcio più tecnico e che sappia coinvolgere sempre tutti i calciatori in campo.

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