Iba Koite Thiam: dal Senegal la promessa del basket livornese

par Riccardo Noury - Amnesty International
lunedì 13 gennaio 2014

Non molti anni fa Livorno era considerata, alla stregua di Bologna, la Basket City italiana, con ben due società militanti nella massima serie. Oggi a tenere alti gli onori della grande tradizione cestistica livornese c’è la Pallacanestro Don Bosco Livorno partecipante al campionato di Divisione nazionale B.

La Pallacanestro Don Bosco è nota, da sempre, per l’impegno sportivo e sociale rivolto ai giovani della città tramite minibasket e pallacanestro, rendendo questi elementi formativi della crescita dei ragazzi livornesi. In particolare, partecipa e promuove progetti nelle scuola e nelle zone disagiate della città volti all’avvicinamento allo sport, con particolare attenzione verso le famiglie in difficoltà e all’integrazione sociale dei più emarginati.

Nel Don Bosco Livorno gioca un promettentissimo ragazzino di neanche 16 anni. Il suo talento e le sue schiacciate spettacolari hanno portato la Toscana a vincere il Trofeo Nazionale delle Regioni Under 15 del 2013 ed è uno dei talenti della formazione del Don Bosco Under 19, favorita per lo scudetto. È stato anche selezionato niente di meno che da Kevin Durant per un camp diretto dal celebre allenatore Ettore Messina e a lui si stanno interessando molte squadre dell’Nba.

Ma Iba Koite Thiam non pensa, per il momento, di abbandonare Livorno, dove ha trovato la sua casa.

Senegalese, Iba è approdato in Italia pochi anni fa, seguendo la sorella maggiore che con grande coraggio era arrivata in Toscana alcuni mesi prima. Iba è sfuggito alla terribile povertà di Dakar, dove viveva con la madre e il padre in condizioni insopportabili.

La sua statura elevata lo aveva spinto a dedicarsi al basket fin da piccolissimo, giocando quasi sempre all’aperto senza alcuna organizzazione sportiva. In quei momenti però cresceva dentro di sé il sogno di fuggire dal Senegal e dalla sua terribile miseria e magari diventare un giocatore professionista in Europa.

Il Don Bosco l’ha accolto quando ancora non parlava una sola parola d’italiano. Lo ha regolarizzato e gli ha dato un alloggio nella foresteria della società, dove vive con altri giovani atleti, e soprattutto l’ha iscritto a scuola.

L’anno passato Iba è riuscito a far venire al Don Bosco anche il fratello 14enne Madieme Mame Thiam: oggi anche lui può godere finalmente di vitto, alloggio e soprattutto di un’istruzione.

“In ogni giovane c’è un punto accessibile al bene”. Questa frase di don Bosco è il motto della squadra di Iba e sintetizza una bella storia di sport e diritti umani.


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