E se dessimo l’incarico a Crocetta?

par Camillo Pignata
sabato 9 marzo 2013

C’è situazione di stallo, il PD esclude ogni ipotesi di accordo con Berlusconi, vuole un accordo con Grillo sulla base di otto proposte, compatibili con il programma del M5s. Grillo rigetta l’offerta del partito democratico.

Da questa situazione bisogna uscire subito.

I precari gli esodati, gli operai licenziati ed in cassa integrazione, le piccole imprese sull’orlo del fallimento, non possono aspettare.

I partiti devono fare un governo.

La crisi non aspetta ha detto il Presidente della Repubblica.

Come uscire dallo stallo in cui è immerso il nostro Paese?

Sono stati fatti vari nomi come possibili soggetti incaricati e sono state ipotizzate varie forme di governo. Si è pensato ad un governo con tre o quattro punti di programma, che ci porti subito alle elezioni. Non è possibile perdere tempo e soldi, mentre sono ancora senza risposta politica la questione Taranto, ogni giorno chiudono centinaia di imprese, mentre il 65% del famiglie stenta ad arrivare a fine mese.

Un governo di tal fatta non è ipotizzabile, perche non c’è tempo e sarebbe inadeguato rispetto alle problematiche aperte e non risolte e al vento di cambiamento che spira nel Paese, e investe il sistema politico economico e finanziario del paese.

Il successo del M5s è l’espressione di una volontà di innovazione radicale, che dal movimento è arrivata fino alla società. Nell’adesione della gente, che segna un punto di non ritorno per la società italiana, c’è tutta l’intolleranza e la rabbia contro la sete di affari e di danaro che si è insinuata all’interno della politica e l’ha imbrigliata, resa insensibile alle grida di dolore proveniente dalla società e imbelle di fronte ad un leaderismo plutocratico,arrogante e privo di scrupoli. Finalmente il risveglio da un torpore che è durato un ventennio, contrassegnato da una degenerazione della politica, cultura, moralità, legalità e senso dello Stato. Ora si tratta di incidere i bubboni e le pustole sparse sul corpo martoriato del nostro paese, e che si chiamano politica affaristica, secessionismo, xenofobia, ed a livello UE, la politica rigorista e recessiva, finanziarizzazione dell’economia, il blocco alla costruzione dell’Europa politica e della sua politica industriale, il rinnovo del rapporto tra stato ed economia ecc…ecc...

Ci vuole un governo adeguato a questi compiti e quindi anche un premier adeguato. Si è fatto il nome di Rodotà, che è persona onesta, fuori dalla casta, fuori dai partiti e dal PD e questo gli è da tutti riconosciuto. Ma un tranquillo professore di diritto, mai barricadiero, un uomo del compromesso, non decisionista, è adeguato a dirigere un governo di cambiamento radicale, che deve assumere decisioni impopolari sul piano dei tagli alla spesa pubblica, affrontare il problema degli esodati, dei precari, il rapporto tra salute e lavoro e deve battersi in Europa per un cambiamento di rotta?

Per compiti di tal fatto ci vogliono le palle, ci vuole forza e coraggio, ci vuole una persona apprezzata dal movimento e con cui il movimento ha collaborato. Chi ha abolito le province, ha inventato un reddito di solidarietà, un uomo che ha disboscato e sta disboscando la giungla dei privilegi della regione siciliana, può essere l’uomo giusto per presiedere il nuovo governo italiano.

Certo sottrarre Crocetta alla Sicilia e ai siciliani è un peccato mortale, ma questo sacrificio è necessario per l’Italia. Perché non è una a situazione normale, quella che viviamo. È in gioco il destino del nostro Paese. E quando c’è i gioco l’interesse del Paese, Bersani ha il dovere di fare un passo indietro, il PD ha il dovere di rinunciare ad un suo governatore, il M5S ha il dovere di dare la fiducia ad un governo presieduto da Crocetta.


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