IMU, ovvero l’istituzionale vilipendio della Costituzione

par Piero Tucceri
giovedì 26 aprile 2012

Viene sostenuto da taluni che l'Italia sia il solo Stato europeo a non esigere il pagamento dell'IMU da parte dei suoi cittadini. A parte il fatto che nel resto dell'Europa la tassa sulla casa consista in un minimo contributo all'erario marginalmente gravante sul bilancio familiare, la prima obiezione che viene da fare è che essa non esista altrove semplicemente perché confliggerebbe palesemente con le altre costituzioni. 

Ecco perché suona quanto meno inconsistente avanzare una simile considerazione come condizione sufficiente per l'applicazione di un autentico balzello che viene subìto dai contribuenti alla stregua delle estorsioni mafiose.

Non è perciò essenziale stabilire se esso esista negli altri Stati europei. Quello di cui dovremmo preoccuparci dovrebbe essere la verifica della sua armonia con il dettato costituzionale. Con il dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, che risulta essere al contrario quotidianamente vilipeso da una accozzaglia politicante zotica e corrotta. L'impegno più urgente sollecitato dalla improcrastinabilità dell'odierno degrado socioeconomico, dovrebbe riguardare la pressante sintonia da ristabilire con quanto sancito da quella che, nonostante tutto, rimane ancora il fondamento giuridico e, di conseguenza, la Legge, che dovrebbe ispirare ogni altro provvedimento normativo.

Per coloro che nel frattempo lo avessero dimenticato, val la pena ricordare che la Costituzione della Repubblica Italiana riconosce a ciascun cittadino una capacità contributiva proporzionata al proprio reddito. E', questo, un principio non soltanto equo, ma anche doveroso. A condizione, bene inteso, che riguardi esclusivamente quel che produca reddito. La Costituzione non contempla il versamento di balzelli di sorta. Ne consegue che nessuna persona sana di mente possa perorare la balzana ipotesi della derivazione di qualsiasi reddito dalla prima abitazione.

Invece, il truffaldino espediente denominato IMU, è stato concepito nel palese intento di eludere la Costituzione, e quindi di violarla flagrantemente e scientemente, presupponendo che tutti i cittadini debbano comunque abitare in affitto. Chi in affitto ai privati e chi in affitto allo Stato. Il subdolo ragionamento seguito dai corrotti politicanti, più o meno contagiati dal pernicioso virus dello pseudotecnicismo, sostiene che, riguardo la prima abitazione, siccome non si versi un canone di affitto, automaticamente si diventi affittuari statali. L'IMU si configura così come una tassa inerente il risparmio derivato dal mancato versamento di un canone di affitto. Se questo non sia un vistoso comportamento perverso e disonesto nei confronti del cittadino, sarebbe interessante sapere come altrimenti definirlo.

Attraverso questa stridente estorsione, viene rimossa l'elementare distinzione ricorrente fra la primaria esigenza di avere una abitazione e lo sfoggio del lusso: infatti, soltanto i superattici o magari le ville con piscina, rappresentano dei lussi, e come tali potrebbero essere tassati; ma, la prima abitazione esula da questo contesto. Lo stesso discorso riguarda i terreni. Poco importa ai fini costituzionali se essi siano o meno edificabili. Quel che interessa è che finquando essi non producano redditi ai rispettivi proprietari, non debbano essere tassati.

Mi rendo però conto che simili riflessioni suonino aliene allo pseudotecnocrate Monti e alla emetizzante coorte di paggetti che gli funge da scendiletto. Gli suonano aliene perché sanno benissimo di star pretendendo autentiche estorsioni istituzionali.


Leggi l'articolo completo e i commenti