Il piacione Vespa al posto dell’arguto Floris

par Virginia Visani
lunedì 14 settembre 2009

Per ora le notizie sono scarne e di poca rilevanza linguistica: Bruno Vespa fa slittare Ballarò.
Ohibò, che significa? Significa che all’intelligente, arguto Floris che fa domande talvolta maliziose, talvolta “inchiodanti” l’interlocutore costringendolo a risposte secche, sì o no, si preferisce il mieloso, incensante, Vespa, voce sommessa, mani intrecciate, domande poco imbarazzanti.
 
Lo “speciale” di Bruno Vespa è, a quanto si sa, incentrato sulla consegna delle case nuove a un certo numero di terremotati. Immagino le interviste al sindaco, ai presidenti di regione e provincia ovviamente schierati nel lodare la tempestività degli interventi, delle consegne, delle ricostruzioni.
Ma che dirà mai di tanto speciale il conduttore Vespa da scavalcare, anzi cancellare la messa in onda del programma di Floris? Intanto Ballarò non si sarebbe limitato a parlare delle case nuove dell’Aquila. Si apprende che nelle intenzioni di Floris, la prima puntata del nuovo ciclo di Ballarò avrebbe spaziato tra i fatti più recenti del nostro quotidiano, avrebbe forse creato qualche imbarazzo al Governo con domande ficcanti e faccia a faccia non sempre finiti alla pari. Ma questa è informazione.
 
Certo, se ha speso tanti soldi (di noi contribuenti) per lo “speciale” di Vespa, la Rai avrà pensato di rendergli l’onore della prima serata. Ma perché proprio domani sera al posto di Ballarò?
 
Insomma se a pensar male si fa peccato, facciamolo questo peccato: Vespa piace al Governo, piace alla stragrande maggioranza del pubblico e, dunque raccoglie, insieme ai consensi anche un auditel degno di nota. Floris, invece, su Rai3 ha un pubblico sofisticato, dal ragionamento sottile come il suo conduttore. Ma tant’è.
 
Vogliamo proprio affondare tutti nella melassa appicicosa di una tivù accattivante e compiacente? Vogliamo trasformare le teste pensanti del nostro Paese (e non sono poche) in apatici, rassegnati, manichini di legno?
 
Farebbero bene a riflettere gli alti dirigenti Rai su cosa significhi fare informazione. Lo sa bene il presidente Sergio Zavoli che con le sue inchieste a 360° sugli anni di piombo ha reso un grandissimo servizio alla libertà di pensare degli italiani e di farsi un’opinione sui fatti accaduti.
 
Torniamo a quel giornalismo, torniamo ad interrogarci, a riflettere, a confrontarci su posizioni magari opposte, in modo pacato, senza invettive, senza violenze.

Leggi l'articolo completo e i commenti