I trapianti, le staminali e la casa di riposo Giovanni XXIII

par Mauro Guidi
martedì 10 marzo 2009

I trapianti, una necessità da superare al più presto.

Quando un uomo sta per morire e la sua vita dipende dalla sostituzione di un organo non più funzionante con un altro sano, quell’uomo può pensare, fare ed organizzare qualunque cosa per ottenere "la vita ".

I soldi a questo punto sono il mezzo supremo per ottenere l’agognato bene (l’organo compatibile) ed il servizio (il chirurgo tecnicamente bravo che non si pone grandi domande sulla provenienza dell’organo). Capite bene che manca però la cosa principale: una sofisticata organizzazione criminale capace di reperire in tutto il mondo "le materie prime", quindi la disponibilità di chirurghi e sale chirurgiche attrezzate per gli espianti e laboratori citologici competenti per stabilire l’esatta isto-compatibilità tra donatore ed accettore.

Un giro di affari, suppongo colossale, che talvolta emerge, solo come una punta di iceberg, ma che la cronaca tende a marginalizzare ipotizzando tali notizie come supposizioni di "leggende metropolitane " .

Talvolta nella cronaca di tutto il mondo si viene a sapere di inspiegabili sparizioni di bambini o adulti, in queste ore nella cronaca italiana si è parlato della casa di riposo Papa Giovanni XXIII di Serra d’Aiello (Cosenza) dove, oltre a situazioni di illegalità diffusa nella gestione, risultano scomparsi 12 pazienti!

Ben venga quindi l’intervento deciso ed opportuno del Presidente USA Obama che ha tolto definitivamente i limiti al finanziamento pubblico alla ricerca sulle cellule staminali embrionali, decisi nel 2001 dal suo predecessore George W. Bush, nella speranza che il nuovo e deciso impulso alla ricerca sulle cellule embrionali porti rapidamente alla possibilità di creare in laboratorio "organi supplenti" da utilizzare al posto degli organi prelevati da un donatore.


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