I terribili Trenta-Quarantenni (che iniziano ad essere Cinquantenni)
par Aldo Giannuli
mercoledì 17 febbraio 2016
No non sto dando i numeri, né fornendo la formula di chissà quale diavoleria, per T-Q (espressione gergale diffusa in campo letterario e sociologico) si intendono i Trenta-Quarantenni e per C, ovviamente i cinquantenni. In politica è il loro momento con Renzi che ha “rottamato” la generazione dei sessantenni (e settantenni) che era al potere sino a tre o quattro anni fa (che fine hanno fatto i D’Alema, Veltroni, Rutelli, Berlusconi, Fini, Casini, Cofferati, Cicchitto, Brunetta ecc.?), e sta adoperandosi per aprire la strada ai T-Q nella magistratura, nell’università, nella Pubblica Amministrazione ecc.
Anche in campo culturale (soprattutto in letteratura ) si avverte la ventata. Benissimo, era ora! Sono sempre stato un tifoso del rinnovamento generazionale e figuriamoci se posso essere nostalgico dei miei coetanei cha hanno fatto una quantità di danni da guinness dei primati! Sono convinto che la mia generazione e quella che l’ha immediatamente preceduta (gli attuali ottantenni) sono quelle che hanno lasciato l’eredità più disastrosa dal dissesto ambientale all’enorme debito pubblico in tutto il Mondo, al carico di diseguaglianze sociali ecc. Quindi, benvenuto il rinnovamento.
Solo che, dopo appena tre anni, devo dire che l’esordio non è dei più incoraggianti: devo dire con grande delusione che anche nei campi che conosco meglio (università, saggistica, letteratura, case editrici, per certi versi magistratura ecc.) che, se il buongiorno si vede dal mattino, qui è notte fonda.
Questi ragazzotti (mi consentirete di chiamarli così, dato che, in buona parte, potrebbero essermi figli) hanno appetiti carrieristici fortissimi, ma sul piano della preparazione e, più in generale, della capacità di “essere pari al compito” sono una frana mai vista. Sarebbe poco simpatico che mi mettessi a fare esempi con nomi e cognomi e, comunque, si tratterebbe di pochissimi esempi, non tali da motivare un giudizio complessivo, vi sto solo raccontando una mia semplice impressione. Non giungo a dire che gli attuali T-Q mi fanno rimpiangere quelli di prima, però, se questo doveva essere il ricambio, la cosa è troppo deludente. Ma se guardo lo scenario politico, con la generazione renziana ed i suoi coetanei nelle altre formazioni politiche, la sensazione è angosciante.
Credo che molto abbia influito il periodo di formazione: gli attuali T-Q hanno avuto la loro adolescenza fra la fine degli ottanta e quella dei novanta. Vale a dire, nel cuore della stagione neo liberista di cui hanno assorbito miti, credenze, stile, atteggiamenti. E soprattutto quel costume psicologico scioccamente ottimista ad ogni costo che oggi li rende imbelli di fronte alle tempeste presenti.
Forse ci andrà meglio con gli attuali ventenni che mostrano una maggiore maturità. L’insegnamento mi ha consentito di avere un punto di vista privilegiato e, devo dire che gli attuali ventenni promettono d’esser migliori. Forse sono un po’ fragili, ma, soprattutto negli ultimi tre o quattro anni, li ho visti più motivati, più seri e più realisti dei loro fratelli maggiori. Anche qui, è troppo poco per avere un giudizio complessivo, posso solo fornire una testimonianza a titolo personale e devo dire che le ultime classi che ho avuto sono state molto buone, con diverse punte decisamente alte. Poi, altri mi diranno il contrario, ma qualche speranza occorre pur sempre averla.