I teorici del Restauro, parte terza - Gustavo Giovannoni

par Pamela Bernabei
martedì 13 maggio 2014

Dato che il restauro è una scienza “moderna” non si hanno fonti precise che individuino singoli operatori di tale materia nel passato, si partirà dunque dai capostipiti che hanno lasciato un segno significativo e tangibile dei lori studi.

Parte terza - GUSTAVO GIOVANNONI (Restauro scientifico)

Note biografiche

Gustavo Giovannoni nacque a Roma il 1 gennaio 1873; dopo aver compiuto gli studi liceali, si laureò in ingegneria nel 1895 presso la Scuola di applicazioni di Roma. La sua figura di ingegnere venne intaccata e modificata dall’incontro con una grande personalità quale Adolfo Venturi (1856-1941): il pioniere del moderno metodo della storia dell’arte, docente dal 1901 al 1931 della prima e, per molto tempo, unica cattedra di storia dell’arte in Italia. Frequentò il corso biennale di storia dell’arte medioevale e moderna nella scuola di specializzazione dello stesso Venturi e cominciò a scrivere i primi articoli sulla rivista L’Arte dedicati allo studio di monumenti romani. La frequentazione del Venturi lo avvicinò ai circoli artistici e alle nascenti associazioni di architetti. Divenne presidente nel 1910 dell’Associazione artistica tra i cultori di architettura di Roma: associazione nata con lo scopo di rivalutare la figura professionale dell’architetto surclassata da quella dell’ingegnere.

Il suo impegno fu tale che nel 1914 vinse il concorso per la cattedra di architettura generale, alla quale affiancò l’insegnamento del restauro dei monumenti, data la necessità dell’imminente dopo guerra. Due anni dopo, venne nominato membro del Consiglio superiore di antichità e belle arti: da questa posizione e nei successivi quarant’anni di carriera, egli poté tenere sotto controllo tutto il territorio italiano muovendosi tra i temi del restauro architettonico e quelli urbanistici, promuovendo inoltre nuovi assetti didattico-amministrativi quali un istituto nazionale del restauro, una scuola di specializzazione, una rivista a diffusione nazionale, un’associazione e un centro nazionale di studi.

La sua grande passione per lo studio dei monumenti architettonici e dei centri antichi che la sua città natale gli offriva e la necessità di valorizzare questo immenso bene storico-artistico, lo collocarono come uno dei primi teorici e studiosi che contribuirono ad una formulazione scientifica dei campi in via di sviluppo quali la storia dell’architettura, il restauro dei monumenti e l’urbanistica, che avevano ancora natura non del tutto definita.

Nel 1931, egli stesso, ispirò la “carta del restauro”: primo documento italiano che unificò le norme in materia di restauro; oltre a queste disposizioni burocratiche, egli era convinto che l’operatore del restauro dovesse avere varie competenze tra cui la capacità di leggere il manufatto nella sua storicità e nella sua consistenza costruttiva, ripensandolo secondo le regole sia dell’arte sia della tecnica. 

Il suo maggiore contributo lo apportò al concetto di ‘tutela’ in materia di conservazione e restauro: elaborò una strategia di valorizzazione applicabile alle diverse scale di intervento distinguendo, da una parte la tutela e il restauro dell’ambiente urbano, dall’altra, il fatto che fosse opportuno collocare il monumento in un ambiente che entrasse in comunicazione con esso. 

Da notare che la legge n.1497 del 1939 sulla protezione delle bellezze naturali porta il nome di Gustavo Giovannoni ed è una legge a tutt’oggi utilizzata dalle soprintendenze per tutelare vasti ambiti territoriali e urbani. La figura poliedrica di Gustavo Giovannoni, nel corso della sua vita, ha rappresentato l’associazione di più figure competenti e professionali fondendole in quella nuova dell’architetto “integrale”.

 

Le puntate precedenti:

Parte prima: Giovanni Secco Suardo

Parte seconda: Ulisse Forni


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