I saggi di Napolitano e la tentazione del Quirinale
par Massimo Vincenzo
mercoledì 3 aprile 2013
La soluzione di Napolitano di affidare ad un ristretto numeri di "saggi" il compito di stilare una bozza programmatica sulla quale far convergere le principali forze politiche, dopo una iniziale approvazione da parte dei partiti, inizia a riscontrare anche qualche dubbio, incertezza e perplessità.
Quasi ogni componente parlamentare esprime, secondo i propri vantaggi o opportunità, un giudizio di critica nei confronti della scelta del Capo dello Stato.
Il Pd non si è ancora convinto di trovare un'intesa con Berlusconi per formare un governo di larghe intese e il Pdl, naturalmente, non ci sta all'idea di restare fuori dai giochi, soprattutto dopo questa iniziativa di Napolitano atta proprio a creare una base di convergenza tra le principali forze politiche affinché riescano a formare una maggioranza solida capace di dare all'Italia un governo.
Anche se, come più volte fatto notare da Grillo, un governo in Italia c'è ed opera pienamente; Napolitano ha avvalorato ancor di più la linea di Grillo dicendo che il governo Monti, non essendo stato sfiduciato dal Parlamento, rappresenta ancora un elemento di concreta consapevolezza della situazione in cui si trova il paese.
Forse anche per questo i partiti corrono ai ripari, per paura che con questa azione si rafforzi in qualche modo il governo attualmente in carica e si allontani la possibilità di ritornare alle urne; possibilità che balena nella testa dei partiti più di quanto vogliono far credere.
Solo che, e non è un piccolo dettaglio, ritornare alle elezioni con la legge elettorale vigente non avrebbe senso, e il risultato, seppur con qualche lieve ed ininfluente variazione, non sposterebbe più di tanto gli equilibri che si sono venuti a formare nell'ultima tornata elettorale. Se poi anche i fantomatici dieci saggi hanno dei dubbi sulla riuscita della loro missione, è ovvio che i partiti rincarano la dose.
Il Quirinale, dal canto suo, ha voluto rasserenare un po' gli animi diramando un comunicato nel quale chiarisce il carattere assolutamente informale e il fine puramente ricognitivo dell'iniziativa del presidente Napolitano.
Ma è proprio l'imminente elezione del nuovo Capo dello Stato il punto principale della contesa politica, anche se i partiti cercano di nasconderlo e di spostare l'attenzione sulla formazione del governo. Non sarebbe uno scandalo pensare che i partiti avrebbero preferito le dimissioni di Napolitano, che pure sembravano imminenti pochi giorni fa, invece che la soluzione dei saggi; in una repubblica parlamentare in cui, negli ultimi anni, la figura del Capo dello Stato ha assunto un ruolo sempre più forte e decisivo, è quasi normale che le varie parti politiche cerchino di "accaparrarsi" quel ruolo con una personalità a loro vicina.
Non ci resta che aspettare l'esito dell'incontro tra Napolitano e i due gruppi di saggi per avanzare qualche ipotesi in più, anche se il quadro che ci troviamo davanti è chiaro e sembra destinato ad intricarsi ulteriormente. Staremo a vedere.