I problemi dell’Italia? Le organizzazioni sociali, dice Monti

par Kocis
giovedì 12 luglio 2012

Corruzione, illegalità, mafie, occultamento felice alla fiscalità di parte grande del reddito prodotto, clientelismi e parentopoli, occupazione dello stato e delle sue pertinenze da parte di clan del malaffare di partiti, enormi illeciti arricchimenti, premio alla fedeltà e alla “bellezza”, voracità finanziarie, esportazioni all’estero di enormi masse economiche, distruzione della ricerca, baronie e vassallaggi, accaparramenti in regalia di beni comuni, cricche e caste esperti in succhiamento dei soldi della collettività organizzata in stato, demolizione della solidarietà, dell’ambiente e del paesaggio, esperti nella produzione materiale e morale della fugacità... NO, NO, NO!

La colpa del decadimento dell’Italia sono da addebitarsi agli "Esercizi profondi di concertazione in passato hanno generato i mali contro cui noi combattiamo e a causa dei quali i nostri figli e nipoti non trovano facilmente lavoro".

La colpa è, cioè, delle organizzazioni sociali che hanno sempre cercato (non sempre felicemente per i propri rappresentati), in virtù del loro mandato costituzionale, di difendere gli interessi dei loro iscritti, dei lavoratori dipendenti e dei pensionati; contro le voracità altrui.

Così parlò il “grande vecchio” cooptato a rappresentare il ruolo del Presidente del Consiglio.

Tutto il resto sono semplici e caduche bizzarrie dell’essere umano e della “felice causalità” che ha caratterizzato la storia d’Italia negli ultimi decenni.

Siamo proprio in buone mani!

 


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