I nemici dei miei nemici sono miei amici

par Zag(c)
sabato 29 dicembre 2012

Ecco il passaggio mentale che attira molti degli "sbadati", dei "confusi" degli italioti elettori votanti. In questo Grillo rappresenta e si costruisce il personaggio ad hoc. Le sue battute, i suoi interventi pubblici, soprattutto quando intravede qualche telecamera presente tra il suo proprio pubblico comizio, sono tutte improntate sullo scandalizzare, colpire emotivamente e moralmente, eticamente. Le parolacce, battute a sfondo sessista, puttane, cornuti, zoccole, vaffanculo, cazzo, figa, culo si sprecano.

Lo scopo? Scandalizzare, provocare reazione da parte dei benpensanti, dei moralisti, giornalisti e operatori massmediatici da fascia protetta. Obbiettivo? Provocare la condanna generalizzata da parte dei partigiani dei colpiti, delle vittime delle ingiurie, e al contempo la difesa, la comprensione, la partigianeria da parte dei critici ed ostili ai primi. Non importa quel che si dice, i contenuti politici di quel che si va propagandando. Importante è colpire allo stomaco, con la violenza di un uppercut da ferire, ma non uccidere, da stordire ma non metterlo KO. Perché se venisse messo al tappeto l'avversario, sfrondato da tutte le accuse, fumose e parolaie, spoglio da tutti i formalismi, cosa rimarrebbe dei suoi discorsi? Il niente più vuoto. E gli uni, da questo punto di vista, sono funzionali ai secondi. I nemici sono tra loro interdipendenti.

Senza i grillini, i detentori della rappresentanza dovrebbero inventarsi il nemico in casa contro l'assenteismo, l'avversione a questo sistema. Senza i primi contro chi si potrebbero scagliare gli strali dei grilli parlanti? Provate a fare un semplice esercizio semantico. Scaricate un discorso dalla rete, o intervista del Grillo. Pulitelo da ogni parolaccia, da ogni violenza verbale, da ogni luogo comune, da ogni facile sillogismo. Cosa rimane di concreto? (p.es cosa faranno come leggi e provvedimenti nei primi cento giorni di governo).


Ora provate a prendere un discorso, di un che so, Berlusconi, Bersani, Renzi, Vendola, senza preferenza, libera scelta. Effettuate la stessa operazione, Questa volta la "rumenta" è di altra natura, È retorica, fumosità idealista, riferimenti a idealità romantiche o luoghi comuni (il comunismo o anti-comunismo, la libertà, la giustizia, la moralità, l'Europa, la lotta alla precarietà, il debito pubblico, la crescita, i cattivi e malefici gnomi finanziari, la crisi, ecc ecc. P.S. Non fatevi prendere dall'emotività se sentite l'accusa contro queste "malvagità" proprio da coloro che queste malvagità l'han provocate, o al minimo l'han agevolate). Cosa rimane di concreto? (p.es cosa faranno come leggi e provvedimenti nei primi cento giorni di governo).

Ora mettete a confronto i due risultati. Il niente è identico al niente. Ora se il voto è il fondamento della democrazia di questo sistema, se il voto rappresenta il massimo della rappresentazione e della materialità della volontà del "Popolo", può questo essere dato al niente? Al vuoto assoluto? Alla retorica prolissa ed enfatica? Può essere il voto rappresentato solo da emotività, sensazione, speranze o al massimo da illusioni?

 


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