I mandarini e le olive non cadono dal cielo. Lettera da Rosarno
par Riccardo Scano
giovedì 4 marzo 2010
Si è conclusa tre giorni fa la Giornata del 1° Marzo, iniziativa dedicata alle conquiste degli immigrati di tutti i paesi, nata in Francia anni fa ed arrivata oggi anche in Italia con un titolo significativo: "24h senza di noi ? la giornata senza immigrati"; uno sciopero collettivo, quindi, come a voler esemplare un’ipotetica situazione in cui sparisca, per un giorno intero, tutta la forza produttiva rappresentata dagli stranieri nel nostro paese. Da un lato che non è meramente quello economico, ma quello dei diritti, sono partite molte manifestazioni che hanno dipinto di giallo diverse piazze italiane e animato i dibattiti all’interno di vari convegni in tutta la penisola, compreso quello tenutosi nella Facoltà di Scienze Politiche a Cagliari, riguardante in modo particolare il tema dell’immigrazione femminile ed in cui sono intervenute con storie personali diverse dirette interessate, accompagnate dalla proiezione di numerosi cortometraggi. In Italia il movimento va a situarsi dopo alcuni avvenimenti importanti, ultimo tra tutti la cosiddetta "guerra tra gang" e i fatti di Rosarno, su cui si è scritto e parlato tanto. Quel che mi interessa trascrivere qui è la lettera dei Migranti di Rosarno, appunto, letta un mese fa (il 2 febbraio) in una Conferenza Stampa a P.zza San Marco (Roma), dal titolo "I mandarini e le olive non cadono dal cielo", che spiega meglio di qualsiasi altra immagine la situazione in cui versano gli immigrati nel nostro paese.