“I have no dream!”. Disamina sulla generazione Cetto

par Francesco Rossolini
venerdì 28 gennaio 2011

La generazione Cetto include i cittadini maschi, compresi nella fascia d’età 50-65 anni, che vedono in Silvio Berlusconi il sommo maestro da emulare e glorificare. Costoro detengono buona parte delle posizioni apicali in questo Paese. Costoro rappresentano in buona parte tutto ciò che dovrebbe essere cancellato in Italia.

La generazione Cetto, vissuta allegramente nel periodo di massima espansione economica Italiana, ha dimenticato i tempi duri dell’infanzia e si è crogiolata sugli anni ruggenti. Ha barattato l’impianto di valori tradizionali, tipici dell’Italia contadina, con il facile successo, il culto del denaro, dell’immagine e della giovane e prosperosa amante da tenere nella casa al mare. Ha inoltre iniziato ad indebitarsi per acquistare auto di lusso, divani in pelle pregiata ed altri beni non durevoli. 

 

Ma, soprattutto, ha sostituito il valore supremo delle doti personali, sia morali sia intellettive, con il valore del proprio portafogli. Dalla generazione Cetto si è iniziato a correlare il valore umano degli individui al relativo conto in banca. Ed ecco che per magia un ricercatore medico, ad esempio, che ha scelto di dedicare la propria vita al servizio della comunità, negli ultimi trenta anni è stato declassato da individuo degnissimo a misero mentecatto, comunista, e mangia pane a tradimento. 

 

Magari quello stesso ricercatore che ha contribuito a scoprire una particolare molecola capace di salvare la vita a molti appartenenti alla generazione Cetto. Ma la gratitudine non è certo una peculiarità del cinquantenne, sempre abbronzato, che lascia allegramente il Suv in terza fila, o nel parcheggio degli invalidi o sopra un’aiuola. 

 

Ed eccoli tutti i nostri milioni di Cetto, sempre sorridenti, con abiti vistosi, auto enormi e luccicanti, sempre pronti a lagnarsi degli sgradevoli immigrati per poi però utilizzarli come operai in nero, badanti e soprattutto come caldi e sensuali passatempo durante le “interminabili” e “faticose” riunioni del dopo cena. Perché gli immigrati puzzano, con l’eccezione di quelli di sesso femminile sotto i venticinque anni e con un corpo mozzafiato.

 

I Cetto dunque, individui arroganti, maleducati, prepotenti, sgradevoli, ignoranti sono spesso causa di grave disagio psichico per i propri figli. Ma ai nostri Cetto questo non importa, anzi la causa principe dei problemi dei figli la individuano in automatico nella Scuola e nello specifico nella classe docente composta chiaramente da mentecatti, comunisti, mangia pane a tradimento. 

 

I milioni di Cetto hanno, per fortuna, il vuoto nel cervello, poiché altrimenti non potrebbero che impazzire guardandosi alle spalle e alla miseria della propria esistenza.


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